Varie: C'era una volta lo Studio System - Nascita e tramonto

lunedì, ottobre 17, 2016

Hollywood negli anni d'oro, e in particolare tra il 1925 e il 1955, è strutturata in 8 studi cinematografici che si occupano della produzione e distribuzione dei film: 5 Major (dette anche Big Five) la Metro Goldwyn Mayer, la Warner Bros, la Paramount, la RKO e la 20th Century Fox, e 3 Minor (le Little Three) che sono la Universal Studios, la Columbia e la United Artists.
Le Major si differenziano dalle Minor non solo per entità ma anche perchè le prime possiedono una catena di sale cinematografiche sparse per tutto il Paese (che sono il 17% dei cinema americani ma rappresentano il 70% delle sale di prima visione). I film rimangono in cartellone finchè la cifra del botteghino non eguaglia quella del budget speso per la realizzazione del film. Ne consegue che le Minor devono rivolgersi alle Major per la distribuzione dei propri film.

Le 5 Major: Metro Goldwyn Mayer, Warner Bros, Paramount, RKO e 20th Century Fox
Le 3 Minor: Universal Studios, Columbia e United Artists.
Ma cos'è lo Studio System?
Si tratta del controllo completo da parte dello Studio di ogni aspetto della realizzazione dei film. Lo scopo di creare questo oligopolio è cercare di ridurre al minimo la concorrenza dei cosiddetti "Indipendenti". Questo tipo di fenomeno nella disciplina economica del management strategico si chiama integrazione verticale e consiste appunto nel possesso da parte di un'impresa, in questo caso lo studio, dei passaggi intermedi necessari ad ottenere il prodotto finito, ossia dei mezzi di produzione, di distribuzione nonchè delle sale cinematografiche. 
Diversa cosa è invece lo Star System, anche se ad un certo punto le strade di questi due sistemi si sono intrecciate: lo Star System è la strategia che punta tutto sul divismo cinematografico ovvero la massima esaltazione delle Star con un elaborato processo di costruzione e promozione del personaggio per attirare l'interesse del pubblico. Il termine "Diva" viene utilizzato per la prima volta in Italia nei primi anni '10 per indicare le attrici che interpretavano questi diva-film dove la protagonista era una donna fatale, vamp, come Lyda Borelli, Francesca Bertini ed Eleonora Duse.
A partire dagli anni '20 si ricrea questo meccanismo per gli attori di Hollywood: è il periodo dei divi come Rodolfo Valentino, Greta Garbo e Marlene Dietrich la cui immagine viene mitizzata e sovrapposta alla loro vita reale, infatti i loro blindatissimi contratti, solitamente settennali, prevedevano una "clausola morale" che li esortava a comportarsi sempre correttamente in ogni situazione (arrivando a stabilire minuziosamente il tempo libero degli attori, nonchè le sanzioni in caso di ritardi e trasgressioni che andavano dai richiami a cessioni ad altri studios per film di poco conto). A livello cinematografico lo Star System consisteva nel creare una sorta di personaggio fisso come la donna dominatrice o l'uomo avventuroso, di cui il Divo doveva ogni volta vestire i panni, e sullo schermo la sua entrata in scena veniva volutamente ritardata per accrescere l'aspettativa del pubblico. Fino a quel momento non venivano messi in risalto i nomi degli attori nei titoli dei film (scelta dei produttori che temevano questo avrebbe spinto i divi a chiedere compensi maggiori), mentre ora sono proprio i nomi a fare da richiamo per il pubblico e vengono inseriti negli slogan promozionali (ad esempio per pubblicizzare Anna Christie nel 1930, primo film sonoro della diva Greta Garbo, viene usata la frase "Garbo Talks" oppure per il film Ninotchka del '39 che viene lanciato con la frase "Garbo Laughs").
Ma lo Studio disponeva pienamente anche dei diritti d'immagine, e poteva far fare ai divi ciò che voleva, dalla partecipazione a determinati eventi e alla radio, alla pubblicità (ad esempio la bambina prodigio di Hollywood Shirley Temple che arrivò a pubblicizzare di tutto, dai milkshake alle bambole).
Gli Studios erano vere e proprie città, costituite da studi di registrazione, set prefabbricati per ogni genere come per il Western e l'Avventuroso, con tanto di stazione di polizia e dei vigili del fuoco.
Gli studi esecutivi, ovvero le sedi dove venivano prese tutte le decisioni ("i piani alti") erano tutte però sulla East Coast a New York.
Il backlot della M.G.M.

Notevole importanza ricoprivano le riviste che si occupavano di spettacolo, come Life Magazine, l'Hollywood Reporter e Variety e per tutta la durata dell'età d'oro di Hollywood due giornaliste dominarono la scena: Hedda Hopper e Louella Parsons (sulle quali a brevissimo scriverò un post per raccontare come queste due donne hanno tenuto in pugno tutta Hollywood con i loro articoli, dietro minaccia di stroncare vite e carriere). 
A sinistra Hedda Hopper e a destra Louella Parsons
La "scuderia" di uno Studios era costituita non solo da attori e attrici ma anche da registi, sceneggiatori, scenografi, costumisti che venivano riutilizzati per moltissime pellicole (così come accadeva per i set).
Come nasceva un film?
Un gruppo di lettori assunti dallo Studio aveva il compito di leggere romanzi e racconti su riviste, nonchè assistere a spettacoli teatrali per trovare idee per nuovi soggetti. Ai piani alti di New York veniva stabilito il numero e il genere di film da realizzare nell'anno e a quel punto il tycoon assegnava ad alcuni scrittori il compito di scrivere le sceneggiature. Dopo di che veniva stabilito come dovevano essere girate le scene per ottimizzare i costi (tutto questo iniziava solitamente un anno prima delle effettive riprese del film).
Questo elaborato sistema serviva a sfornare un numero consistente di pellicole da proiettare nelle sale continuamente in modo da garantire una costante affluenza del pubblico. Gli Studios per proteggere i film dei quali temevano un successo inferiore, costituivano dei pacchetti di film che costringevano gli esercenti (delle sale indipendenti) a comprare in blocco il pacchetto di film che comprendeva divi famosi e attori meno noti. Questo generò un flusso incostante per i proprietari di cinema che arrivarono a cedere le sale ai grandi Studios che iniziarono una consistente campagna di acquisizioni.

La fine di un'era
Nel 1948 la Corte Suprema applica la legge anti-trust che separa l'attività di produzione da quella di distribuzione, vietando agli Studios di possedere anche le sale cinematografiche. Questo fatto, insieme all'avvento della televisione, segnerà l'inizio del tramonto dello Studio System. Gli attori da quel momento sono legati da contratti più brevi, il che da un lato significa che hanno più libertà di scelta ma comporta anche l'incertezza lavorativa.

Prossimamente pubblicherò dei post dedicati a ciascuno Studio, con la sua storia e quella del suo tycoon (ovvero il magnate che ne aveva il controllo, spesso immigrato che era riuscito a costruire dal nulla il proprio impero), le Star che formavano la "scuderia" e i film che hanno segnato la loro fortuna (o sfortuna).

E voi cosa ne pensate? Era meglio quando c'era lo Studio System?

 
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