- lunedì, agosto 22, 2016
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Eccoci con una nuova full-immersion. Sto cercando di resistere con tutte le mie forze alla tentazione di farla su attori che amo da sempre come Cary Grant, Audrey Hepburn ed Elizabeth Taylor perchè voglio sfruttare l'occasione di questi post per scoprire attori e film mai visti. Ecco perchè sono arrivata a Gary Cooper. Fino a poche settimane fa di lui sapevo solo che aveva rifiutato il ruolo di Rhett Butler in Via col vento dicendo che sarebbe stato un fiasco e che sarebbe stato Clark Gable a perderci la faccia, non lui. Mi decido a vedere un film che da tempo stazionava vicino al mio lettore dvd, Arianna di Billy Wilder con Audrey Hepburn, Maurice Chavalier e appunto Gary Cooper. Non so perchè ho aspettato tanto a vederlo, mi è piaciuto tantissimo (più avanti ve ne parlerò). Comunque mi sono decisa a rivalutare questo attore e così ho cercato tra i suoi film quelli che più mi ispirassero.
Come sempre la full-immersion sarà divisa in due parti: in questa prima parlerò di due commedie leggere, Desiderio con Marlene Dietrich e L'ottava moglie di Barbablù con Claudette Colbert.
La seconda parte invece sarà dedicata a due suoi film in cui è stato diretto da Frank Capra: Arriva John Doe con Barbara Stanwyck ed E' arrivata la felicità con Jean Arthur.
1) Desiderio (in Italia noto anche col titolo Canaglie di lusso)
Il titolo originale è Desire ed è un film del 1936 diretto da Frank Borzage con protagonisti Gary Cooper e Marlene Dietrich.
Tom Bradley è un ingegnere che lavora per la ditta di automobili Bronson di Parigi il quale finalmente può partire per le ferie che trascorrerà in Spagna. Madeleine de Beaupre è una scaltra ed elegante ladra che grazie ad un piano molto astuto riesce a rubare dal gioielliere Duvalle una preziosissima collana di perle e fugge alla volta della Spagna. Durante un controllo della dogana, Madeleine nasconde la collana nella tasca della giacca del suo vicino, che è proprio Tom. A quel punto iniziano i molteplici tentativi della donna di recuperare il gioiello, ed essendo entrambi diretti nella stessa città iniziano un viaggio insieme.
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Alcune scene del film |
Marlene nel 1930 è protagonista del film L'Angelo azzurro del regista tedesco Josef Von Sternberg grazie al quale diventa la diva che la Paramount decide di contrapporre a Greta Garbo, star della MGM. L'immagine statuaria della diva è studiata nei minimi dettagli da Sternberg in persona, il quale ricorre ad un complesso sistema di illuminazione che crea due punti di luce sulle punte dei suoi capelli, mentre ombreggia le guance ottenendo un effetto scavato, ed enfatizza il tutto con un trucco che ingrandisce gli occhi (la Dietrich inoltre segue una dieta ferrea e dietro suggerimento del regista si fa togliere i denti molari per rendere il viso più affusolato). Lo stesso anno, con una campagna pubblicitaria senza precedenti, fa il suo debutto americano nel film Marocco dove interpreta una cantante di cabaret che si innamora, ricambiata, di un soldato della legione straniera interpretato da Gary Cooper. Il capo della produzione della Paramount, nel 1936, è il berlinese Ernst Lubitsch che comprende le potenzialità della Dietrich e decide di proporla come protagonista nella commedia sofisticata diretta da Frank Borzage, ridimensionando l'aura statuaria e mistica per calarla nella realtà e inserirla tra le signore dei salotti buoni (frequenti nei film di Lubitsch) sfruttando sempre il suo sex appeal ma aggiungendo una vena umoristica molto fine. Questo infatti sarà per la Dietrich uno dei ruoli più glamour e raffinati, estremamente femminile (rispetto ad altri film in cui gioca sul confine androgino.
Gary Cooper esordisce nel cinema in modo abbastanza casuale, passeggiando per le strade di Hollywood conosce due attori che fanno le comparse in alcuni film western; decide di proporsi anche lui e viene preso anzitutto per la sua prestanza fisica ma anche grazie al fatto di saper andare a cavallo (aveva passato molto tempo a cavalcare perchè glielo avevano prescritto come riabilitazione dopo la rottura dell'anca). Nel 1927 compare per soli 5 minuti in una scena del film Ali dove è un aviatore, ma bastano alla Paramount per accorgersi del suo talento e carisma magnetico e lo mettono sotto contratto. Nel 1930 affianca la Dietrich nel film Marocco ed è un vero successo, al punto che 6 anni dopo si decide di riunire la coppia. La Dietrich ha dichiarato che questo è l'unico film di cui non si vergogna, ma anche che il copione era eccellente e che i ruoli erano superbi.
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Screen Test con Marlene Dietrich, Gary Cooper e John Gilbert |
Infine una piccola chicca: a interpretare il signor Gibson, il capo di Tom, è William Frawley, futura spalla di Desi Arnaz e Lucille Ball nello show I love Lucy.
Le riprese del film si sono svolte negli studi della Paramount e all'Iverson Ranch a Chatsworth in California. Inoltre sono state girate delle scene in Francia e in Spagna, cosa del tutto inusuale per l'epoca.
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Alcune foto sul set: Marlene Dietrich e Gary Cooper insieme al regista Borzage |
A vestire Marlene Dietrich è il costumista della Paramount Travis Banton. Il suo inconfondibile stile, stravagante e opulente, è ottenuto ricorrendo a tessuti molto ricchi come il satin e il lamé, arricchendo gli abiti con lunghi strascichi, avvolgendoli in piume e pellicce, e impreziosendo il tutto con sontuose parure di gioielli. Il costumista di Broadway W. Robert Lavine descrive così Marlene Dietrich in questo film: "avvolta,
drappeggiata, avviluppata nello chiffon che ricade morbidamente intorno a
lei come le acque gorgoglianti intorno alla statua di una fontana".

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Marlene Dietrich con il costumista Travis Banton |
QUOTES:
Sig. Gibson: Vediamo qual è il cartello migliore. Sono deliziato di guidare una Bronson 8 o sono lieto di guidare una Bronson 8? Preferisco sono deliziato, ha più classe.
Tom: Questo è il guaio, è troppo snob. Chi prende 4 soldi di stipendio non è mai deliziato, crepa di gioia! Ed è nostro cliente.
Sig. Gibson: Ma certo! E' meglio lieto!
Tom: No lieto non và , è troppo fiacco. Le faccio un esempio. Se io vado in giro con una ragazza che però non mi piace più, sono lieto di liberarmene. Ma dopo averla scaricata io sono "felice"!
Duvalle: Sigaretta?
Madeleine: No grazie, non fumo.
Duvalle: Nemmeno io, lo trovo un uso barbaro. Rovinarsi i polmoni per annebbiare il prossimo.
Madeleine: Quanto costa?
Duvalle: Ci sono voluti 4 anni per comporla, senza lesinare tempo e spese.
Madeleine: Quanto?
Duvalle: Mi sono rassegnato ad accettare 2 milioni e 200 mila franchi.
Madeleine: 2 milioni e 200 mila franchi?
Duvalle: 4 anni di lavoro Madame, tutte perle identiche e perfette. Mi creda Madame, benchè il prezzo...
Madeleine: Non discuto mai il prezzo quando io voglio una cosa. E questa la voglio.
Duvalle: Guardi che perfezione, che meraviglia! Non sono perle, queste sono lacrime di sirena Madame.
Madeleine: Come sa essere convincente, saprebbe vendermi qualsiasi cosa.
Duvalle: E se lei cambiasse idea, magari che so fra un paio d'anni, sarò sempre felice di riprendergliela.
Madeleine: Non mi conosce Monsieur Duvalle. Se prendo le perle non le rivedrà mai più, su questo ci può giurare.
Carlos: Dobbiamo andarcene di qui, ma prima dobbiamo rintracciare le perle. Chi era quell'uomo?
Madeleine: Un americano.
Carlos: Ah ma allora è fatta! Che ci vuole a trovarlo. Ce ne sono solo 100 milioni di americani. Carlos: Come si chiama?
Madeleine: Non lo so.
Carlos: Bene! Così non saremo intralciati da eventuali omonimie. Che aspetto ha?
Madeleine: E' alto.
Carlos: Un altro dato come questo e non potrà più sfuggirci! Nessuna qualità in particolare?
Madeleine: Bè sembrava un uomo di buongusto. Gli piacevo.
Madeleine (a Tom): La luna spagnola le dona terribilmente. Non l'avevo mai vista così prima d'ora.
Madeleine: Ti rendi conto che sei mio prigioniero? Niente auto niente telefono, a due ore dalla stazione più vicina e un treno che passa ogni due giorni.
Tom: E' spaventoso. Siamo soli.
Madeleine: Noi due soli.
Tom: Due giorni fa non sapevo che fossi al mondo.
Madeleine: Due giorni fa tu non esistevi.
Tom: Ti sbagli, io esistevo, ma non vivevo.
Madeleine: Cosa diresti se scoprissi che non sono una contessa?
Tom: Ti sposerei anche se fossi una principessa o una regina.
Madeleine: Cosa diresti se scoprissi che non sono una contessa?
Tom: Ti sposerei anche se fossi una principessa o una regina.
CLIP:
Le perle
L'arrivo in hotel
Luna spagnola
Prigioniero d'amore
2) L'ottava moglie di Barbablù
Il titolo originale è Bluebeard's Eighth Wife ed è un film del 1938 diretto da Ernst Lubitsch con protagonisti Gary Cooper, Claudette Colbert e David Niven.
Trailer originale:
La trama in breve:
Michael Brandon è un miliardario che in un grande magazzino della Riviera francese conosce Nicole Loiselle, figlia di un nobile decaduto e squattrinato e si innamorano subito. Decidono di sposarsi, ma poco prima delle nozze Nicole scopre che Michael è stato sposato già 7 volte, perciò temendo di diventare l'ennesimo trofeo sul muro dell'uomo, pensa bene di farlo faticare per ottenere il suo amore.
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Alcune scene del film |
Il film si basa sull'opera teatrale francese di Alfred Savoir La huitième femme de Barbe-Bleue, adattata poi in inglese da Charlton Andrews. Nel 1923 viene realizzato un primo film muto su questa storia, diretto da Sam Wood con protagonista Gloria Swanson (qui trovate il post sul suo film Viale del tramonto). Nel 1937 il regista Ernest Lubitsch decide di realizzarne una propria versione, riconducibile al genere della screwball comedy (commedia svitata) con al centro lo scontro tra i due sessi. Questo film segna l'inizio del sodalizio tra Lubitsch e gli sceneggiatori Billy Wilder e Charles Brackett. Inizialmente Lubitsch vuole che sia solo Brackett ad occuparsi della sceneggiatura, e non chiede di Wilder per non dare l'impressione che fosse un regista tedesco che favoriva i membri della comunità di immigrati tedeschi a Hollywood. Ma quando Manny Wolf, uno degli esecutivi dello Studio della Paramount, dice a Lubitsch che Brackett e Wilder sono un team indivisibile Ernest si convince. Per Billy Wilder è un sogno che si realizza in quanto ha sempre idolatrato Lubitsch. A lui infatti Wilder si rifarrà in futuro nei suoi film, sia per quanto riguarda lo stile brillante e sofisticato, ma anche per la cura meticolosa del copione, reso il più perfetto possibile in modo da dover solo fare piccole annotazioni (il suo motto era "La preparazione è tutto").
In occasione del loro primo meeting Lubitsch chiede ai due sceneggiatori secondo loro come dovrebbe avvenire l'incontro tra i due protagonisti, sostenendo che non debba essere una cosa ordinaria. A quel punto Wilder estrae il suo taccuino delle idee e suggerisce che i due si incontrino in un centro commerciale nel reparto dedicato all'abbigliamento maschile. Con nonchalance esordisce dicendo "Il ragazzo sta cercando di comprare un pigiama ma dorme solo con la camicia ed essendo un uomo parsimonioso intende comprare solo la parte di sopra. Il commesso gli dice che deve comprare anche i pantaloni, si prospetta all'orizzonte una catastrofe ma all'improvviso nel negozio entra una ragazza che dice di voler comprare solo i pantaloni del pigiama in quanto lei dorme solo con quelli addosso". Lubitsch e Brackett rimangono affascinati da questa idea. Mesi più tardi scopriranno che era Wilder stesso a dormire con la sola camicia del pigiama, e che era da un po' di tempo che voleva utilizzare questa situazione in una commedia (sull'annotare le proprie idee sul taccuino disse "sono sempre stato un incallito prendi-appunti perchè non sai mai quando la musa verrà a stuzzicarti il sopracciglio").
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A sinistra Ernest Lubitsch, poi Charles Brackett e Billy Wilder |
Lubitsch ha già lavorato con Claudette Colbert nel film L'allegro tenente del 1931 (con Mauriche Chevalier e Miriam Hopkins), ed è stato talmente piacevole che non deve pensarci due volte quando la prende come protagonista per il suo nuovo film.
Lubitsch ha pure già lavorato con Gary Cooper nel film Partita a quattro del '33 (sempre con Miriam Hopkins). Questo film è anche il secondo film che Cooper e la Colbert girano insieme dopo Il capitano del 1931 diretto da Edward Sloman, anche se in quel caso era un melodramma. Cooper ha inizialmente un po' paura di lavorare con la Colbert che era considerata un'esperta del genere della commedia.
Per il ruolo di Albert la Paramount prende in prestito dalla MGM David Niven, il quale dichiarerà , rimasto assolutamente soddisfatto dall'aver collaborato con Lubitsch, Cooper e la Colbert, che la lavorazione di questo film è stata probabilmente uno dei periodi più felici della sua vita, e che i suoi colleghi oltre ad essere attori esperti davvero molto professionali sono stati nel privato esseri umani meravigliosi.
Infine per la parte del padre di Nicole, il nobile decaduto, viene scelto Edward Everett Horton che aveva già lavorato con Lubitsch nel film del 1932 Mancia competente
Le riprese iniziano l'11 ottobre del 1937 e si concludono dopo circa 3 mesi nel gennaio del'38. Come set oltre ai teatri di posa della Paramount sono state girate alcune scene a Parigi e in Riviera.
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Alcune foto sul set con Ernest Lubitsch, Claudette Colbert e Gary Cooper |
A realizzare i costumi è sempre Travis Banton, costumista della Paramount, che veste Claudette Colbert con abiti magnifici che spaziano dallo chiffon, al satin, al lamè.
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I costumi di Claudette Colbert |
I costumi per Gary Cooper sono molto eleganti e vanno dallo smoking, al frac al tight.
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Gli abiti di Gary Cooper |
Dopo un periodo di post produzione il film debutta a New York il 23 marzo. Dopo questo film Lubitsch termina i rapporti con la Paramount per andare alla MGM a dirigere Greta Garbo in Ninotcka, sempre con Wilder e Brackett.
QUOTES:
Michael: Mi dica, chi è quella signorina?
Commesso: Una donna affascinante, non è vero Monsieur?
Michael: Lo so, ma chi è?
Commesso: La cosa salta agli occhi no?
Michael: Non per me.
Commesso: Una bella signora compra parte di un pigiama da uomo. Non ha marito, non ha fratelli, voilà .
Michael: Voilà cosa?
Commesso: Una donna innamorata.
Michael: Ah, voi francesi sempre maligni. Potrebbe avere uno zio.
Commesso: Oh no monsieur. Per uno zio si compra una pipa
Marchese de Loiselle: Mister Brandon lei non vuole finanziare il mio bel progetto, però potrebbe comprare una bella vasca da bagno.
Michael: Una cosa?
Marchese de Loiselle: Ho l'onore di possedere un glorioso cimelio francese, la sola e unica vasca da bagno di Luigi XIV.
Michael: Dolente, io faccio la doccia.
Marchese de Loiselle: Ma non dovrà farci il bagno, potrebbe metterla in biblioteca, usarla come portacenere.
Michael: La cenere io la butto sul tappeto.
Marchese de Loiselle: Tappeto? Tappeto! Allora le posso vendere un tappeto, mister Brandon!
Albert: Io vorrei aiutarti.
Nicole: Ma puoi. Tu sei l'unica persona che lavora tra i miei amici, Albert come si fa a ottenere un lavoro?
Albert: Cosa sai fare?
Nicole: Niente. Assolutamente niente. Sai è incredibile quanto sono improduttiva. Ci pensavo giusto ieri notte e mi sono sentita terribilmente depressa. Poi ricordando che tu hai trovato un posto ho potuto riprendere coraggio.
Michael (ad Albert): Le detto una lettera? Dunque "Museo delle Belle Arti, Hannibal Michigan, è il mio paese natìo. Signori miei, tra pochi giorni vi spedirò la vasca da bagno di Luigi decimo quarto, mi si assicura che è un pezzo autentico ma non posso garantirlo perchè quando il re si lavava non ero presente. Comunque, costa un mucchio di soldi. Cordiali saluti, eccettera."
Michael: Insomma, ho perso la testa per lei. Nel momento stesso in cui l'ho vista mi sono detto "Questa è la ragazza che voglio sposare". Troppo impulsivo?
Nicole: Oh no, no, no, no. Un uomo con la sua posizione non ha tempo da sprecare.
Michael: Io giudico a prima vista, in affari è una regola basilare, è il segreto del mio successo. Agisco d'istinto, spontaneamente, seguendo il mio impulso.
Nicole: Mister Brandon la prego non sia troppo impulsivo.
Michael: Che noia i preamboli. Il corteggiamento è l'iter burocratico del matrimonio, ma non serve a un accidente. Potrei portarla fuori per tre mesi, inviarle fiori, ronzarle attorno e non ne saprei più di lei di quanto ne sappia adesso. E' solo dopo il matrimonio che uno scopre...
Nicole: Di aver scelto la donna sbagliata
Michael: Bè quella giusta. In affari e in amore è la medesima cosa, uno deve buttarsi, deve rischiare.
Nicole: In affari la credevo più in gamba.
Michael: Che significa?
Nicole: Tenga il suo assegno Mister Brandon, questo potrà servirle di lezione. Non compri mai una sella con l'illusione di ottenere il cavallo in aggiunta.
Michael in parole povere, con quante donne sei stato sposato?
Michael: Ecco, avrai sentito parlare di Enrico VIII.
Insomma hai avuto sei mogli?
Michael: No sette.
Sette? Tu si che prendi sul serio il matrimonio. Sette matrimoni vuol dire sette divorzi.
Michael: No sei, una è morta.
Come hai detto, morta?
Michael: Di morte naturale.
Tra me e te c'è un universo intero. Ci sono 7 mogli.
Michael: Smetti di essere gelosa. Ho dimenticato la loro esistenza.
Questo è il punto. Tu compri le mogli come se fossero camicie e dopo che le hai indossate bè le getti via.
Michael: Non farti venire il complesso della lavanderia. Per piacere.
CLIP:
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Vi ringrazio per sostenermi sempre!- lunedì, agosto 15, 2016
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Dopo aver pubblicato le ricette dei dolci (qui trovate il post) è arrivato il momento di parlare dei primi piatti consigliati dalle star della vecchia Hollywood. Ce n'è per tutti i gusti, dalle paste riccamente condite, alle zuppe dietetiche.
Buona lettura e buon appetito!
PENNE ALLA VODKA di Audrey Hepburn
Buona lettura e buon appetito!
PENNE ALLA VODKA di Audrey Hepburn
Durante le riprese del film Sabrina (di cui ho parlato qui) Audrey Hepburn affitta un appartamentino sul Wilshire Boulevard Los Angeles, per la prima volta un posto tutto suo senza la presenza della madre. In un'intervista racconterà "La gioia più grande era tornare a casa, mettermi dei vestiti vecchi ma comodi, e cucinare ascoltando la musica". La leggenda narra che l'origine di questa ricetta sia dovuta all'usanza degli addetti agli effetti speciali di Hollywood i quali per rendere più lucenti le ferite davanti alla telecamera diluivano la salsa di pomodoro con la vodka, e che durante le pause sul set usavano il "finto sangue" avanzato per condirci la pasta.
Ingredienti:
- lunedì, agosto 08, 2016
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Nuovo post
su quello che Accadeva a Hollywood, in particolare la storia di altre due
"Stelle Rivali". Qualche tempo fa vi ho parlato di una delle faide più accese di
Hollywood, quella tra le attrici Bette Davis e Joan Crawford (trovate qui il
post), oggi invece vi parlerò della rivalità due star che per di più erano
anche sorelle: Olivia De Havilland e Joan Fontaine (quest'ultima aveva un nome
d'arte).
A separarle solo 15 mesi
di differenza, le due sorelle hanno perseguito la medesima carriera, hanno
gareggiato per lo stesso Oscar e hanno anche condiviso qualche fidanzato.
«Sono stata
la prima a sposarmi, la prima a vincere l’Oscar, la prima a diventare madre. Se
morirò prima di lei la farò infuriare perché l’avrò battuta anche in quello». - Joan Fontaine in un’intervista a
People nel 1978.
L'INFANZIA DAL GIAPPONE ALLA CALIFORNIA
- lunedì, agosto 01, 2016
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Curiosando su Amazon alla ricerca di titoli di nuovi libri da aggiungere alla mia Lista dei desideri (in previsione di acquisti futuri) mi sono imbattuta in questo libro di Frank DeCaro "The Dead Celebrity Cookbook: A Resurrection of Recipes from More Than 145 Stars of Stage and Screen", un libro che raccoglie alcune ricette delle Star più famose. Non essendo disponibile in Italia ho deciso lo stesso di prendere spunto da questo libro per iniziare a cercare su internet alcune ricette delle celebrità della vecchia Hollywood per farne poi una serie di post in cui ho tradotto le istruzioni e convertito le unità di misura, dato che ciò che ho trovato proviene prevalentemente dagli Stati Uniti e gli ingredienti sono misurati in tazze (cups) cucchiai (table spoon) e cucchiaini (tea spoon).
Ho deciso di incominciare dai dolci, perchè sono le ricette che mi hanno più colpito.
BROWNIES di Katharine Hepburn
Nel 1975 Katharine Hepburn rilascia un’intervista alla giornalista del Ladies Home Journal Liz Smith e in quest'occasione l'attrice rivela il suo segreto per realizzare “The perfect brownies!”.
Ingredienti: Per circa 12 brownies
- lunedì, luglio 25, 2016
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Finalmente riesco a pubblicare la seconda parte della Full-immersion di Lauren Bacall, è stato un travaglio perchè anzitutto mi ci è voluto un sacco di tempo a recuperare uno dei film e poi una volta ultimato il post mi si è cancellato e ho dovuto rifarlo, ma per Lauren ne è valsa assolutamente la pena. Dopo la prima parte (che trovate qui) in cui ho parlato dei suoi film degli esordi con Humphrey Bogart che è poi diventato suo marito, in questa parte parlerò di due film girati accanto ad altri partner: si tratta di "La donna del destino", una commedia brillante sofisticata insieme a Gregory Peck e un film sentimentale strappalacrime, "Dono d'amore", con Robert Stack.
1) La donna del destino
Il titolo originale è Designing Woman, ed è un film del 1957 diretto da Vincente Minnelli con protagonisti Lauren Bacall e Gregory Peck.
Trailer originale:
La trama in breve:
Mike Hagen è un cronista sportivo che durante i festeggiamenti dopo una partita di golf conosce la stilista Marilla. I due si innamorano e nel giro di pochissimo tempo si sposano. Ritornati alla vita di tutti i giorni i due si rendono ben presto conto che hanno stili di vita molto diversi, lei vive in un appartamento dei quartieri alti di New York ed è circondata da amici del mondo dello spettacolo mentre lui abita in un minuscolo appartamento da scapolo. Mike deve barcamenarsi tra nascondere a Marilla che prima di lei aveva una relazione con la famosa ballerina del teatro di rivista Lori Shannon, e resistere alle minacce del boss malavitoso Hammerstein che ha un traffico di scommesse nel pugilato, che Mike ha in più occasioni denunciato nella sua rubrica. Il direttore di Mike per proteggerlo lo farà nascondere, protetto da Maxie, pugile un po' suonato (e che dorme in maniera inquietante con gli occhi aperti), mettendo a rischio la vita sua e di Marilla.
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Foto promozionali del film |
Questo film è in parte frutto dell'invenzione della stilista dello Studio MGM 2 volte premio Oscar Helen Rose (la quale è famosa soprattutto per aver realizzato l'abito da sposa di Grace Kelly, nonchè di aver vestito Elizabeth Taylor in Il padre della sposa e La gatta sul tetto che scotta), la quale pensa ad una commedia romantica con al centro l'eterno conflitto tra uomo e donna sulla scia delle fortunate pellicole della coppia Spencer Tracy e Katharine Hepburn, che abbia come protagonista un cronista sportivo e una stilista di alta moda, che si innamorano e sposano a dispetto degli stili di vita completamente opposti (la trama in effetti si avvicina al film La donna del giorno - The woman of the year primo film con Tracy e la Hepburn dove sono entrambi giornalisti che si sposano frettolosamente, molto carino l'ho visto di recente e a breve ci farò un post). Lo scrittore George Wells sviluppa l'idea di Helen Rose e ne tira fuori una sceneggiatura frizzante che gli varrà addirittura il Premio Oscar come Miglior Sceneggiatura. L'intenzione è quella di riunire la coppia Grace Kelly e James Stewart dopo il successo de La finestra sul cortile di Hitchcock, mentre Cyd Charisse si candida per il ruolo dell'amante Lori Shannon, e di farli dirigere dal regista di Broadway Joshua Logan. Lo Studio però dà mandato a Dore Shary di produrre il film (che sarà il suo ultimo con la MGM che lascerà alla fine del 1956) che impone come regista Vincente Minnelli che nella sua carriera ha prodotto capolavori come Incontriamoci a Saint Louis (di cui ho parlato qui), Il padre della sposa e il suo seguito Papà diventa nonno con Elizabeth Taylor, Spencer Tracy e Joan Bennett, Un americano a Parigi (con Gene Kelly) e Il bruto e la bella (con Lana Turner e Kirk Douglas).
Grace Kelly però decide di abbandonare il cinema per sposare il Principe Ranieri di Monaco, così dopo il rifiuto di Stewart e di Cary Grant (quest'ultimo a causa del fatto che il suo personaggio avrebbe bevuto spesso e volentieri), viene scelto come protagonista maschile Gregory Peck il quale si era già distinto per film come Duello al sole di King Vidor e Vacanze romane di William Wyler accanto ad Audrey Hepburn.
Lauren Bacall, insieme al marito Bogart che sta soffrendo a causa della malattia (qui il post sulla loro storia), è amica di Vincente Minnelli e appena apprende la notizia della realizzazione di questo film contatta il produttore Dore Shary dicendo che desidera la parte (trova che il copione sia molto divertente e ha bisogno di tirarsi su anche dietro consiglio dello stesso Bogart) e desidera lavorare con Gregory Peck, arriva addirittura a dimezzare il suo salario e alla fine ottiene la parte; anni dopo dichiarerà che questo è stato il suo ruolo più bello, una sorta di terapia per l'anno più brutto della sua vita, e ha segnato la nascita di un'amicizia con Peck che durerà fino alla morte di lui nel 2003.

Ad agosto Lauren Bacall si reca tutti i giorni alla Metro per le prove di costume, mentre le riprese del film iniziano a settembre.
Nella sua autobiografia del 1974 "I remember it well" (che rimanda al suo film Gigì di cui ho parlato qui) Vincente Minnelli ricorda che durante la lavorazione del film Bogart, il marito della Bacall, stava già lottando con il cancro che lo avrebbe portato via nel 1957, e che una delle ultime uscite di Bogart fu quando arrivò con il suo yacht, il Santana, all'Oceanario Marineland di Palos Verdes in California dove Lauren e Gregory Peck stavano girando le scene a bordo della barca a vela.
Nella sua autobiografia del 1974 "I remember it well" (che rimanda al suo film Gigì di cui ho parlato qui) Vincente Minnelli ricorda che durante la lavorazione del film Bogart, il marito della Bacall, stava già lottando con il cancro che lo avrebbe portato via nel 1957, e che una delle ultime uscite di Bogart fu quando arrivò con il suo yacht, il Santana, all'Oceanario Marineland di Palos Verdes in California dove Lauren e Gregory Peck stavano girando le scene a bordo della barca a vela.
Lauren Bacall nella sua autobiografia "By myself and then some" racconta di un'altra visita di Bogie sul set insieme ai loro figli Stephen e Leslie, il primo giorno delle riprese al Beverly Hills Hotel per la sequenza a bordo piscina. Il fotografo di produzione scattò alcune foto della Bacall con i figli ma Bogart rimase in disparte.
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Foto sul set di Lauren Bacall, Gregory Peck, Dolores Gray e il produttore Shary. |
Ad occuparsi dei costumi di questo film è stata ovviamente Helen Rose, che realizza 132 diversi abiti, un numero che fa ancora più impressione considerando che il film dura 118 minuti, il che vuol dire un abito ogni 54 secondi. La Bacall ne indossa in tutto il film circa una trentina, e a proposito di lei Helen Rose dice "Lauren ha il corpo perfetto per gli abiti nonchè una sensibilità autentica per essi." Gli abiti indossati dalla protagonista spaziano dal costume da bagno giallo con accappatoio in tinta, passando per l'abito interamente di visone, per arrivare alla lunga gonna a righe abbinata alla blusa con ampie maniche. Questo film rappresenta per Helen Rose la perfetta occasione di mostrare le sue grandi capacità e il suo stile. Gli abiti hanno anche una valenza narrativa in quanto i vestiti semplici indossati da Marilla in vacanza sono molto diversi da quelli raffinati e sofisticati che indossa una volta tornata a lavorare. Ed è lo stesso Mike a dire "Fu un viaggio stupendo. Ma pochi minuti prima di New York successe un
fatto strano: Marilla si cambiò d'abito. Fu la prima di una serie di
metamorfosi vestiarie che mi lasciarono sempre più di stucco. Credetemi,
Marilla si cambiava 9 volte al giorno."
Quelli indossati dalla Bacall sono tutti abiti sartoriali impeccabilmente raffinati, con linee classiche e pulite, in un ampio spettro di colori, dal nero al blu marino, passando al rosso, verde e arancione. E non solo calzano a pennello ma sono anche funzionali: Helen Rose presta molta attenzione al fatto che gli abiti non siano solo belli quando chi li indossa è fermo in piedi ma anche quando cammina e si siede. Nella scena in cui Marilla deve discutere con i produttori teatrali per gli abiti che deve disegnare per lo spettacolo, è come se questo pensiero di Helen Rose uscisse attraverso la voce del coreografo il quale spiega come sia importante che gli abiti accompagnino l'attore in uno spettacolo.
Infine nel film compare anche una sfilata di moda, della quale Mike dà una divertente descrizione: "E' una specie di rito pagano, di danza
propiziatrice tra fedeli che sorseggiano il tè e venerano gli abiti. Il
rito include un sacrificio: 1500 dollari. 1500 dollari per un vestito.
Era una liseuse che Dio ci protegga. La sacerdotessa a questa
carneficina era la mia Marilla."
Quelli indossati dalla Bacall sono tutti abiti sartoriali impeccabilmente raffinati, con linee classiche e pulite, in un ampio spettro di colori, dal nero al blu marino, passando al rosso, verde e arancione. E non solo calzano a pennello ma sono anche funzionali: Helen Rose presta molta attenzione al fatto che gli abiti non siano solo belli quando chi li indossa è fermo in piedi ma anche quando cammina e si siede. Nella scena in cui Marilla deve discutere con i produttori teatrali per gli abiti che deve disegnare per lo spettacolo, è come se questo pensiero di Helen Rose uscisse attraverso la voce del coreografo il quale spiega come sia importante che gli abiti accompagnino l'attore in uno spettacolo.



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Gli abiti indossati da Marilla |
QUOTES:
Mike: Ero rinato, La sbornia era passata mi andava di cantare. Amavo il mondo intero e i suoi abitanti, e decisi di essere gentile con quell'odiosa ragazza che mi stava seccando. Non sembrava più la stessa.
Mike: Spenderemo quei soldi e faremo baldoria.
Marilla: Non mi è possibile.
Mike: Nessuno oggi sa più vivere, troppo indaffarati per divertirsi. Lei sa dove si trova ora?
beh più o meno sono...
Mike: In California. Siamo nel paradiso del Nord America. Abbiamo tutto, le montagne, il deserto, l'acquario, l'oceano pacifico e non scordi il pacifico.
Marilla: Oh stia tranquillo.
Mike: Lei ha mai navigato su una barchetta a vela al largo con gli spruzzi delle onde sul volto, il vento tra i capelli.
Marilla: No e lei?
Mike: Neanch'io, mi crede scemo? Però vorrei provarlo. Coraggio.
Marilla: Oh no no, non posso. Davvero. Passammo quattro giorni senza quasi intaccare i 700 dollari. Quattro giorni straiati al sole a chiacchierare
Mike: Non ricordo chi per primo toccò l'argomento amore, ma non era certo nelle mie abitudini. Stavo lì facendomi una cultura sulla vita dei delfini e tutto ad un tratto ci trovammo a parlare d'amore. Dei suoi sintomi.
Marilla: Io mangio da scoppiare quando sono innamorata. Le mie amiche tutte perdono l'appetito, a me invece aumenta. Quando m'innamorai di un professore a scuola guadagnai 4 chili. Poi fu la volta di un artista e ci vollero due anni per rifarmi la linea. Divorerei anche i sassi. (Ordina da mangiare) Vorrei solo un po' di consommè. E poi un pezzettino di questo palombo. Dell'aragosta abbondante. Oh ci sono le trote.
Cameriere: desidera entrambe?
Marilla: Va bene d'accordo. E dopo per dolce... (Voce di Marilla fuori campo) Mi sentivo arrossire fin dentro allo stomaco. Anche per Mike era evidente che mi ero innamorata.
Marilla: Cos'erano tutti quei discorsi su Ulysse Grant e Andrew Jackson?
Mike: Ah un Ulysse Grant è un biglietto da 50 dollari, perchè porta l'effige di Ulysse Grant, Andrew Jackson da 20, Lincoln 5
Marilla: E Washington è 1 dollaro.
Mike: Esattamente.
Marilla: Molto interessante ma perchè parla così?
Mike: Forse per farsi scritturare in un nuovo film su Bulli e Pupe.
Mike: Apri gli occhi, Maxie, e vai a dormire! [secondo la Bacall è una delle battute più divertenti in un film]
CLIP:
Mike: Ah un Ulysse Grant è un biglietto da 50 dollari, perchè porta l'effige di Ulysse Grant, Andrew Jackson da 20, Lincoln 5
Marilla: E Washington è 1 dollaro.
Mike: Esattamente.
Marilla: Molto interessante ma perchè parla così?
Mike: Forse per farsi scritturare in un nuovo film su Bulli e Pupe.
Mike: Apri gli occhi, Maxie, e vai a dormire! [secondo la Bacall è una delle battute più divertenti in un film]
CLIP:
2) Dono d'amore
Il film (il titolo originale è The gift of love) è del 1958 diretto da Jean Negulesco con Lauren Bacall e Robert Stack.
Trailer originale:
QUOTES:
Hitty: La luna sembra una grossa mela gialla, e le lanterne laggiù sembrano lucciole. E' come le cose che si vedono al cinema e alla televisione.
Bill: Hitty a volte le cose vere sono più interessanti di quelle inventate. E' molto importante, vedi, tante cose brutte al mondo dipendono dall'immaginazione. La superstizione, cose brutte come la scaramanzia.
Hitty: La scaramanzia?
Bill: E le streghe, i maghi, i gatti neri, tutti frutto dell'immaginazione.
Hitty: Volevamo solo che li guardassi.
Il film (il titolo originale è The gift of love) è del 1958 diretto da Jean Negulesco con Lauren Bacall e Robert Stack.
Trailer originale:
La trama in breve:
Julie lavora come segretaria di un medico e un giorno conosce l'insonne Bill studioso di astrofisica, e ai due basta un appuntamento al bar per innamorarsi e sposarsi. Dopo 5 anni di matrimonio un giorno Julie si sente male e scopre di avere una malattia al cuore ma non lo rivela al marito. Siccome non hanno figli Julie convince Bill ad adottare un bambino, celando ovviamente la vera ragione che la spinge a farlo, cioè che a Bill resti qualcuno dopo la sua morte. L'idea iniziale è quella di adottare un bambino ma appena arriva all'orfanotrofio Julie incontra Hitty, una bambina che in molti elementi le ricorda se stessa, così dopo averle fatto incontrare Bill, la adottano. L'uomo e la bambina non riescono a legare molto, fino a quando la situazione precipita.
Il 14 gennaio del 1957 Humphrey Bogart muore a causa del cancro,
lasciando vedova Lauren Bacall con due bambini. All'attrice servono
sette mesi prima di sentirsi pronta per tornare davanti alle telecamere.
Le viene proposto il ruolo della protagonista in film sentimentale
strappalacrime e lei accetta anche perchè adora l'idea di lavorare
nuovamente con il regista Jean Negulesco dal quale è stata diretta in
passato nei film Come sposare un milionario (di cui ho parlato qui) e Il
mondo è delle donne.Si tratta di un remake del film del 1946 Non dirmi addio (Sentimental journey) con John Payne e Maureen O'Hara basato a sua volta sul racconto del 1944 "The Little Horse" di Nelia Gardener White pubblicato sulla rivista Good Housekeeping, e il film è prodotto da Charles Brakett per la 20Century Fox. Un altro motivo che convince la Bacall a prendere parte al film è il fatto che il protagonista maschile sia Robert Stack, con il quale ha già lavorato nel film Come le foglie al vento del '45 insieme a Rock Hudson (qui trovate il post in cui ne ho parlato). Per la parte della bambina viene scelta Evelyn Rudie già apparsa nel'55 in Papà gambalunga con Fred Astaire e Leslie Caron e nel '56 Il re ed io con Deborah Kerr e Yul Brynner (apparirà in ben 20 film tra il 1955 e il 1963).
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Da sinistra: Jean Negulesco, Lauren Bacall, Robert Stack ed Evelyn Rudie. |
Le riprese iniziano a metà settembre, e siccome il film è girato con la tecnica del Cinemascope sono più complesse e laboriose. Lauren Bacall si è comportata in modo molto professionale sul set, non lasciandosi mai sconfortare anche probabilmente a causa della presenza di suoi due vecchi amici, il regista Negulesco e l'attore Robert Stack.
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Foto dal set |
La colonna sonora è di Alfred Newman, il famoso compositore di Hollywood nonchè premio Oscar, che ha realizzato le musiche di film come Bernadette, Eva contro Eva, Quando la moglie è in vacanza (di cui ho parlato qui), L'amore è una cosa meravigliosa e Anastasia. Il tema principale, che porta lo stesso titolo del film - A gift of love - è cantato nei titoli di testa da Vic Damone (lo stesso interprete di An affair to remember, tema di Un amore splendido).
Il film non ottiene un grande successo al botteghino, anche se viene giudicato discretamente dalla critica che ha apprezzato l'alto livello recitativo che ha superato il dramma sentimentale.
L'Hollywood Reporter dice "La performance della signora Bacall è così meravigliosa che tende quasi a oscurare quella estremamente convincente di Stack", mentre Bosley Crowther del The New York Times elogia la bravura dell'attrice bambina Evelyn Rudie che "ha dominato in tutte le scene in cui compariva con uno spirito da Pollyanna".
Il film non ottiene un grande successo al botteghino, anche se viene giudicato discretamente dalla critica che ha apprezzato l'alto livello recitativo che ha superato il dramma sentimentale.
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La fila di spettatori fuori dall'Alabama Theatre di Birmingham dove viene trasmesso il film. |
L'Hollywood Reporter dice "La performance della signora Bacall è così meravigliosa che tende quasi a oscurare quella estremamente convincente di Stack", mentre Bosley Crowther del The New York Times elogia la bravura dell'attrice bambina Evelyn Rudie che "ha dominato in tutte le scene in cui compariva con uno spirito da Pollyanna".
Bill: L'unica pecca qui è che non c'è abbastanza luce per vederla. Oh lei è notevolmente avvenente
Julie: E lei è notevolmente matto. Sento che sto arrossendo. Corro ai ripari il rosso non mi dona.
Bill: Di dov'è lei?
Julie: Del Nebraska, i miei hanno un po' di terra. E lei?
Bill: Io sono nato su una petroliera in mare. Mio padre era il comandante, mi insegnò le basi dell'astronomia che è rimasta la mia passione. Sa mungere una mucca?
Julie: Perchè? Ha una mucca o è un argomento di conversazione?
Bill: Beh col fatto della terra...
Julie: Si si so mungerla.
Sam: Questi sposi novelli!
Julie: Perchè, lei crede che siamo sposi novelli?
Sam: Non lo sono? E' già un anno?
Julie: (fa il numero cinque con la mano)
Sam: Cinque? Davvero? Cinque anni?
Julie: Cinque, si, e un pezzettino.
Julie: E lei è notevolmente matto. Sento che sto arrossendo. Corro ai ripari il rosso non mi dona.
Bill: Di dov'è lei?
Julie: Del Nebraska, i miei hanno un po' di terra. E lei?
Bill: Io sono nato su una petroliera in mare. Mio padre era il comandante, mi insegnò le basi dell'astronomia che è rimasta la mia passione. Sa mungere una mucca?
Julie: Perchè? Ha una mucca o è un argomento di conversazione?
Bill: Beh col fatto della terra...
Julie: Si si so mungerla.
Sam: Questi sposi novelli!
Julie: Perchè, lei crede che siamo sposi novelli?
Sam: Non lo sono? E' già un anno?
Julie: (fa il numero cinque con la mano)
Sam: Cinque? Davvero? Cinque anni?
Julie: Cinque, si, e un pezzettino.
Julie: Tu non lo conosci Bill. Vedi lui mi dice sempre che cominciò a vivere quando incontrò me, e so che è vero. Se pensasse che io debbo morire sarebbe...
Dott. Miller: la sua morte?
Julie: Almeno io so che per me sarebbe così se il malato fosse lui. La nostra non è soltanto un'unione felice. E' un amore. Un amore che dura da cinque anni e un pezzetto.
Dott. Miller: la sua morte?
Julie: Almeno io so che per me sarebbe così se il malato fosse lui. La nostra non è soltanto un'unione felice. E' un amore. Un amore che dura da cinque anni e un pezzetto.
Hitty: La luna sembra una grossa mela gialla, e le lanterne laggiù sembrano lucciole. E' come le cose che si vedono al cinema e alla televisione.
Bill: Hitty a volte le cose vere sono più interessanti di quelle inventate. E' molto importante, vedi, tante cose brutte al mondo dipendono dall'immaginazione. La superstizione, cose brutte come la scaramanzia.
Hitty: La scaramanzia?
Bill: E le streghe, i maghi, i gatti neri, tutti frutto dell'immaginazione.
Hitty: Volevamo solo che li guardassi.
Dott. Miller: Questa bambina e tuo marito non legano. E ogni giorno sarà più arduo per te, più arduo per Hitty e più complicato per Bill. Rimandala.
Julie: E' impossibile le voglio troppo bene?
Dott. Miller: Più che a Bill?
Julie: E' un'altra cosa. Io amo lei e amo lui.
Julie: E' impossibile le voglio troppo bene?
Dott. Miller: Più che a Bill?
Julie: E' un'altra cosa. Io amo lei e amo lui.
Julie: Vedi a volte noi desideriamo. Vogliamo tanto le cose, e le vogliamo in un modo tale che non capiamo di essere egoisti. Vedi Hitty non ci appartiene niente di ciò che si ottiene a spese degli altri. Noi dobbiamo, dovremmo, rinunciarci a qualunque costo.
Julie: Ricorda che una volta ti dissi che devi imparare a star dietro a Bill in modo che se io partissi lui non dovrebbe neanche accorgersene.
Hitty: Si però tu non partiresti mai, vero? Andresti via senza di me?
Julie: Bè, io potrei essere costretta a partire un giorno, e voglio essere sicura di potervi lasciare, tranquilla dei miei fanciullini.
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Nuovo post sulle citazioni delle celebrità . Stavolta tocca a Lauren Bacall (di cui ho già parlato qui a proposito della sua storia con Bogart e qui dei suoi film).
SUL CINEMA
My definition of a star is someone who really lasts for a very long time.
La mia definizione di star è per qualcuno che veramente è in grado di brillare per un lungo tempo.
All the Warner actors were real actors. They started in theater and led very straightforward lives - you never saw entourages around. The MGM girls were the glamour girls, and they always had the makeup and hair people with them and all that.
Alla Warner erano veri attori. Avevano iniziato a teatro e avevano condotto vite oneste, non avevano intorno un entourage. Le ragazze della MGM erano le ragazze glamour, seguite dappertutto dai propri truccatori e parrucchieri.
Alla Warner erano veri attori. Avevano iniziato a teatro e avevano condotto vite oneste, non avevano intorno un entourage. Le ragazze della MGM erano le ragazze glamour, seguite dappertutto dai propri truccatori e parrucchieri.
Stardom isn't a career. It's an accident.
La fama non è una carriera, accade per caso.
- lunedì, luglio 11, 2016
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