ACCADEVA A HOLLYWOOD: Glorie spezzate - Dorothy Dandridge pt. 1 Le origini di una stella

martedì, marzo 07, 2023

Ci sono momenti nella storia che segnano un prima e un dopo, e il 30 marzo del 1955 è uno di quelli. In quel giorno, un'attrice di colore sfidò gli stereotipi di Hollywood e la storia del cinema cambiò per sempre. Quell’occasione ha significato molto più della realizzazione del sogno di una giovane donna candidata all’Oscar come Migliore attrice protagonista perchè si è trattato della prima volta nella storia in cui ciò è accaduto per un attrice di colore. A prescindere dal fatto che Dorothy sia riuscita a vincere o meno la statuetta (spoiler, no, non l’ha vinta) questo rappresenta comunque una grande conquista per tutti gli afroamericani, soprattutto nell’epoca in cui stanno lottando per il riconoscimento dei diritti civili.Tuttavia, la strada verso il riconoscimento della diversità a Hollywood sarà lunga e accidentata. Nonostante la candidatura di numerose attrici di colore negli anni successivi a Dorothy Dandridge, bisognerà attendere fino al 2002 perché un'attrice nera conquisti la prestigiosa statuetta come migliore attrice: Halle Berry. Il tragico destino di Dorothy Dandridge, la cui candidatura all'Oscar non ha portato alla vittoria, rende ancora più evidente l'importanza della sua sfida contro le barriere razziali dell'epoca. 

Ancora prima di venire al mondo Dorothy Dandridge si ritrova una vita già bella incasinata. Sua madre, Ruby Jean Butler ha ventidue anni e vive a Cleveland in Ohio insieme al marito Cyril che ne ha ventisei, ma la loro unione, dalla quale è già nata una bambina di nome Vivian che ha un anno, non potrebbe essere più mal assortita. Se Cyril è un pacato ministro battista estremamente dipendente dalla madre Florence e la cui massima aspirazione è una vita tranquilla con moglie e figli, Ruby è vivace, sicura di sé e sogna il mondo dello spettacolo. 

Nella società di quegli anni una donna doveva trovare soddisfazione nel badare alla casa, occuparsi dei figli, limitandosi a gioire dei successi del marito ma questa definizione a Ruby sta troppo stretta. Lei vuole avventura e libertà e pertanto arriva a prendere una decisione che poche altre donne avrebbero osato prendere in quell’epoca: fa i bagagli e lascia il marito portandosi dietro la piccola Vivian e la creatura che da cinque mesi porta in grembo. Non è la prima volta che Ruby taglia la corda. Lo aveva già fatto l’anno prima, quando Vivian aveva solo due mesi, ma in quel caso la sua “fuga” era durata solo sei settimane perché il marito dopo averla trovata l'aveva convinta a tornare a casa. In genere per una donna scoprire di aspettare un figlio rappresenta un momento di gioia ma quando Ruby scopre di essere nuovamente incinta si dispera. La vive come la condanna definitiva ad una vita che non vuole, e Ruby in questa trappola ha deciso che non vuole starci. Decide di lasciare la casa di Cyryl ma non la città di Cleveland e per mantenersi inizia a lavorare come cameriera. Il 9 novembre del 1922 si reca da sola all’ospedale dove da alla luce la piccola Dorothy Jean. Dopo pochissimo tempo e grazie ad una vicina di casa che si offre di guardarle le bambine, può tornare a lavorare. Il fatto che Ruby non voglia più il marito nella sua vita non vuol dire che lo stesso valga per i suoi soldi. Cyril vorrebbe far parte della vita delle sue figlie ma Ruby non è dello stesso avviso e all’ennesima discussione chiama la polizia che prima lo arresta e poi lo porta davanti al tribunale dei minori che lo condanna a pagare 10 dollari la settimana per il mantenimento. Cyril accetta la fine del suo matrimonio ma vuole lottare per le sue bambine, così incarica un avvocato di procedere con il divorzio pretendendo la custodia delle figlie. Le accuse a Ruby sono estrema crudeltà mentale, negligenza verso i suoi doveri di moglie e madre, nonché diffamazione per aver raccontato in giro che fosse stato lui ad abbandonare la famiglia. Lei contrattacca accusandolo di averla ripetutamente tradita, di non aver procurato una casa e di averla costretta a vivere insieme a parenti nello specifico, la suocera. Cause, controquerele, petizioni e diffide si trascineranno per anni, durante le quali Ruby non perderà l’occasione di mettere le figlie contro il padre, in un primo momento dicendogli che è morto per poi tornare sui suoi passi dicendo che in realtà le aveva abbandonate. Dorothy cresce con l’idea che l’uomo più importante della sua vita l’abbia rifiutata e questo ovviamente ha delle ripercussioni sul rapporto che instaurerà con gli uomini.

Pur continuando a lavorare come domestica Ruby inizia ad esibirsi in chiesa recitando poesie e quando una sera è troppo stanca per farlo la piccola Dorothy si offre di sostituirla riscuotendo un grande successo. Resasi conto del potenziale di sua figlia, Ruby decide di farle studiare musica ed è allora che nelle loro vite entra, prepotentemente, Geneva Williams. Insegnante di pianoforte insoddisfatta del proprio matrimonio con un ministro della Chiesa, dopo essere diventata amica di Ruby, in poco tempo viene invitata a trasferirsi a casa sua. Mentre Ruby è fuori a lavorare Neva si occupa della casa e dell’educazione delle ragazze, ricorrendo ad una disciplina severissima, fatta di botte, insulti ed umiliazioni, soprattutto verso Dorothy che senza una ragione diventa la sua vittima preferita che picchia ogni giorno con tutto ciò che le capita a tiro, anche se la sua arma prediletta è la spazzola. Vivi e Dottie non riescono a comprendere perché il padre non venga a salvarle o perché la madre non le protegga dagli abusi di Neva, ed è in quel periodo che si appoggiano l’una all’altra non avendo nessun altro su cui poter contare. 

Quando un suo parente muore improvvisamente Neva è costretta a tornare a Nashville nel Tennessee per un certo periodo e Ruby, che non ha nessun altro che si possa occupare delle bambine, manda Dorothy e Vivian con lei promettendo di raggiungerle nel giro di qualche mese. Geneva non se ne sta con le mani in mano e tramite le sue conoscenze riesce a procurare alle bambine degli ingaggi facendole esibire in diverse scuole e chiese battiste, in un tour organizzato dall’università per neri Roger Williams. Ed è così che The Wonder Children – Le bambine Meraviglia, chiamate così perché si lanciano in acrobazie e balli scatenati, si ritrovano a guadagnare 400 dollari al giorno, una cifra astronomica per quell’epoca, che in gran parte però rimane nelle tasche dell’università. 

 Girando per gli Stati Uniti del Sud Dorothy si scontra con le leggi Jim Crow, approvate dopo l’abolizione della schiavitù, che avevano portato alla segregazione razziale. Ogni esercizio pubblico ha affisso un cartello per indicare se sia destinato ai bianchi o ai neri, e Neva, come molti genitori di colore, impartisce alle bambine delle lezioni di sopravvivenza, dicendo loro i luoghi in cui potevano andare e le cose che era consentito dire. Quella di Dorothy ha tutte le caratteristiche dell’infanzia normale negata, ma è proprio in quella che sembra la sua trappola che trova la sua salvezza. Ogni giorno per qualche ora la sua esibizione le permette di essere una bambina diversa, allegra e spensierata, e peraltro sembra che sia l’unico modo in cui riesca ad ottenere un po’ di attenzione da parte di sua madre e di Neva. La situazione però precipita in quel maledetto 25 novembre del 1929 che passerà alla storia come il Venerdì nero. La crisi del mercato finanziario fa precipitare il Paese nella Grande Depressione e dal momento che le Wonder Children si ritrovano senza impiego Ruby e Neva decidono di tentare fortuna altrove, e non in un posto qualunque: Hollywood. La comunità locale di religione battista mette a loro disposizione un appartamento così minuscolo che per anni Dorothy soffrirà di ansia per gli spazi stretti. Ma si sa che a caval donato non si guarda in bocca, dopotutto è pur sempre un tetto sopra alla testa. Neva inizia a dare lezioni private di pianoforte e Ruby trova lavoro come domestica anche se questo non basta a sostenere le spese della famiglia. Vivian e Dorothy hanno rispettivamente 9 e 8 anni e per la prima volta hanno la possibilità di frequentare una scuola, ma Ruby vuole a tutti i costi che lavorino nel mondo dello spettacolo e le iscrive ad una scuola di danza, la cui retta in qualche modo va pagata. Le bambine fanno amicizia con la loro dirimpettaia che ha 11 anni e si chiama Etta James, e quando Ruby le sente cantare insieme la sua mente da stage mom, mamma da palcoscenico, inizia a correre. Prima di tutto occorre un restyling del trio, le bambine non possono più avere l’aria infantile delle Wonder Children, e occorre creare per loro un’immagine più matura che possa accompagnarle per diverso tempo. Una volta scelto il nome The Dandridge Sister giocando sulla somiglianza tra le ragazze che vengono fatte passare per tre sorelle, Ruby accompagna il trio in un’agenzia specializzata nel trovare parti da comparse agli artisti di colore. 

Il loro primo ingaggio è nel film The big broadcast of 1936 prodotto dalla Paramount nel quale le ragazze devono esibirsi in un numero musicale insieme a Bill “Bojangles” Robinson, il più famoso ballerino nero dell’epoca. Robinson ha da poco terminato le riprese de Il piccolo colonnello con la celebre scena in cui insegna a Shirley Temple a salire le scale ballando il tip-tap, e Ruby spera con tutte le sue forze che le sue figlie possano raggiungere la stesso traguardo della bambina prodigio di Hollywood per antonomasia. Ruby non ha rinunciato al sogno di recitare e riesce a conquistare piccole comparsate in varie pellicole nelle quali interpreta il ruolo della cameriera. 

 Ruby risulta ancora sposata con Cyril il quale non riuscendo più a mettersi in contatto con lei è costretto a pubblicare sul Daily Legal News un annuncio che renderà il divorzio effettivo entro sei settimane a meno che lei non si opponga. Il 21 luglio 1933 il loro matrimonio viene ufficialmente sciolto ma per Cyril è una sconfitta perché sente di aver perso per sempre le sue figlie. La relazione tra Ruby e Neva diventa sempre più ambigua anche se l’omosessualità, ed in particolare quella femminile, in quegli anni è un assoluto tabù. Una cosa è certa, Neva disciplina le ragazze come fossero figlie sue, ed è talmente ossessionata dal preservare la loro purezza che arriva a fasciare il loro petto con bende strettissime per evitare che si noti. Il trattamento riservato alle due sorelle però non è il medesimo, e Dorothy in poco tempo diventa l’oggetto delle attenzioni, sia positive che negative, in quanto bellezza e talento la rendono il cavallo su cui puntare, mentre sua sorella viene ignorata e per questo risparmiata. L’estate del 1938 rappresenta un punto di svolta per le Dandridge Sister che ottengono un ingaggio al Cotton Club, il leggendario locale notturno che ha lanciato la carriera di artisti di colore come Duke Ellington, Cab Calloway e Louis Armstrong. Questo nightclub nato durante il proibizionismo aveva una caratteristica ben precisa che lo distingueva da tutti gli altri: riusciva ad attirare fino ad Harlem una clientela composta esclusivamente da persone bianche che andavano a vedere performer esclusivamente neri che si esibivano in una giungla artificialmente ricostruita con materiali pregiati. In quest’ambientazione primitiva e lussuosa al tempo stesso i neri interpretavano con i loro numeri musicali degli esotici selvaggi o residenti delle piantagioni. Le donne dovevano avere la pelle ambrata e non troppo scura per suscitare il desiderio degli spettatori bianchi. Agli uomini invece era consentito avere la pelle anche molto scura. 

 Ad esibirsi nel locale in quel periodo ci sono due fratelli che già hanno raggiunto il successo cantando e ballando: sono Fayard e Harold, ed essendo il loro nome d’arte è Nicholas Brothers non sorprende che si sentano spinti a fraternizzare con le Dandridge Sisters. In particolare sono Harold e Dorothy ad avere un feeling particolare, e Neva, che come un falco non li perde di vista un attimo, si sforza di tollerare questa relazione che per quanto acerba rappresenta un’occasione d’oro grazie alla notorietà del ragazzo. 

 

 

 

Etta, la più piccola del trio è quella con la voce più acuta, Vivian dal fisico più imponente ha una sensualità aggressiva che esprime anche attraverso una voce più roca, mentre Dorothy, che canta sempre al centro, ha l’aspetto più ingenuo e sensibile, e la sua voce calda, seppur meno esperta delle altre, la rende l’assoluta protagonista. Insieme incarnano tutte le caratteristiche che gli uomini desiderano in una donna. Ma anche agli occhi delle stesse donne di colore risultano un esempio di emancipazione e autodeterminazione femminile. Cyril vuole fare un ultimo tentativo per ritrovare le sue figlie e quando scopre che Bill Robinson, che ha lavorato con loro in un film, ha uno spettacolo a Cleveland si precipita da lui. Dopo aver sentito la sua triste storia Robinson decide di aiutarlo e chiama il Cotton Club perché essendosi da poco esibito lì sa che le ragazze si trovano nello stesso posto. È Dorothy a rispondere al telefono e quando Bill le dice che lì con lui c’è suo padre che vuole parlarle lei è spiazzata. Com’è possibile che l’uomo che fino a quel momento non era esistito e di cui sua madre non aveva fatto altro che parlare male, sia dall’altro capo del telefono e chieda di lei? È consapevole di poter causare un dolore alla madre ma per lei è troppo importante ricomporre il pezzo che mancava alla sua vita così decide di incontrarlo. Cyril sale sul primo pullman in partenza da Cleveland e affronta un viaggio di 800 chilometri per rivedere le sue figlie, mentre Ruby che si trova a Los Angeles, informata telefonicamente da Dorothy, nulla può per impedire questo incontro. Un uomo di bell’aspetto, non molto alto, scende dall’autobus e rimane spiazzato nel trovarsi davanti tre ragazze, le Dandridge Sisters al completo. Ci pensa Etta a chiarire l’equivoco indicando le sue due figlie. Cyril durante l’incontro si dimostra realmente interessato alle ragazze, ma capendo che hanno bisogno di tempo per fidarsi di un uomo che per loro di fatto è un estraneo, decide di tornare a Cleveland fiducioso che nel futuro il loro rapporto migliorerà. 

CONTINUA...

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1 commenti

  1. Ciao, che bello trovare un nuovo post sul tuo blog! Ho letto la storia tutta d'un fiato, sei una narratrice eccezionale. Ti faccio i complimenti per lo stile, per la scorrevolezza e soprattutto per l'oggettività con cui matti la storia di Dorothy, senza strumentalizzarla per far valere un'idea piuttosto che un'altra. Aspetterò con impazienza il seguito ❤️❤️

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