Era un po' di tempo che non aggiornavo la mia serie 'L'Angolo dei Film', e il motivo è presto detto. Sono una persona che adora scoprire aneddoti interessanti, e una volta che mi imbatto nel mondo dietro la lavorazione di un film, faccio davvero fatica a contenermi. Ogni volta temo di omettere dettagli interessanti, perché vorrei condividere ogni singola scoperta senza appesantire troppo l'articolo. Ma se state leggendo queste parole, è probabile che siate appassionati quanto me. Quindi, basta chiacchiere e iniziamo questo entusiasmante viaggio alla scoperta di uno dei film che ha fatto la storia del cinema.
p.s. Visto l'incredibile impatto e la complessità dei costumi in questo film, anticipo già che dedicherò un intero post esclusivamente a questo aspetto. I costumi sono talmente iconici e dettagliati che meritano una trattazione a sé stante, quindi restate sintonizzati per quel profondo tuffo nel mondo della moda di Oz
Trailer originale:
Alcune scene del film |
Foto promozionali del film |
DAL LIBRO AL FILM
Il film è tratto dal celebre romanzo 'Il meraviglioso mago di Oz', scritto da L. Frank Baum nel 1900 e illustrato da W. W. Denslow. Lo straordinario successo ha spinto l'autore a scrivere numerosi seguiti e ha fatto sognare generazioni di bambini (e non solo) con le avventure dei suoi personaggi e i messaggi profondi dell'opera.
La Metro Goldwyn Mayer ha da poco perso il suo produttore di punta, Irving Thalberg, a cui è succeduto Mervyn Leroy. Tra i suoi primi progetti c’è proprio il Mago di Oz ed è talmente entusiasta che oltre a produrlo vorrebbe anche dirigerlo ma ben presto si rende conto che sarebbe un lavoro enorme. Ad assisterlo e consigliarlo è l’amico Arthur Freed che negli anni seguenti firmerà alcuni dei più celebri musical di Hollywood targati MGM.
La regia viene affidata a Richard Thorpe che in realtà arriverà a sole due settimane di riprese per poi essere licenziato per non aver rispettato lo spirito originale della storia per bambini. Viene temporaneamente nominato regista George Cukor, che in realtà sta per iniziare le riprese di Via col vento, il quale pur non dirigendo alcuna scena, attraverso piccoli suggerimenti riesce a stabilire la rotta che il film dovrà seguire: è lui a rimuovere gran parte del trucco dal viso di Dorothy e consigliando una recitazione meno forzata, per rispettare fedelmente il personaggio della bambina pensato da Baum. In questo valzer di registi (molto simile a quello che si sta verificando in contemporanea nella lavorazione di Via col vento) a Cukor subentra Victor Fleming il quale nonostante la sua impronta registica molto maschile riesce a raggiungere la dolcezza e la leggerezza perfette per questa storia, ispirato dalle sue bambine. A sole tre settimane dalla fine delle riprese Victor Fleming viene chiamato a dirigere Via col vento ed è a quel punto che viene chiamato il suo amico King Vidor il quale si occuperà dei ritocchi finali senza voler essere accreditato.
Trasformare il libro "Il Meraviglioso Mago di Oz” in una sceneggiatura è una sfida monumentale che dura mesi e coinvolge numerosi scrittori. A guardarlo ora, sembra quasi un miracolo che il progetto sia giunto a compimento, con una storia dietro le quinte che diventa un'epopea a se stante.
La MGM dà il via al progetto assumendo Herman J. Mankiewicz, un genio della sceneggiatura, sebbene con alcune problematiche personali come l'alcolismo e il gioco d'azzardo. È sua la decisione di iniziare il film con le scene del Kansas in bianco e nero, amplificando la descrizione di Baum sulla monotonia della vita e del paesaggio del Kansas. Mankiewicz immagina il sorprendente contrasto in Technicolor che appare quando Dorothy apre la porta della sua casa nel Kansas e entra nella Terra di Oz. Tuttavia, il suo coinvolgimento è di breve durata; in meno di un mese, passa ad altri progetti.
A insaputa di Mankiewicz, la MGM ha già ingaggiato un altro sceneggiatore, Noel Langley, ancora prima che Mankiewicz abbia potuto consegnare il suo lavoro. Langley apporta dettagli innovativi, come la trasformazione su schermo di Miss Gulch, l'insegnante del Kansas, nella Strega Malvagia dell'Ovest. Langley introduce anche nuovi personaggi, Lizzie, un interesse amoroso per i braccianti agricoli e Bulbo, il figlio della Strega Malvagia dell'Ovest, soppressi nella versione definitiva. Langley pensa di aver compiuto un buon lavoro e si allontana dal progetto, solo per scoprire che sono stati assunti altri due scrittori, Florence Ryerson e Edgar Allan Woolf, con il compito di riscrivere tutto.
Ryerson e Woolf, un team collaudato, sono noti per apportare un tocco di calore alle storie. Introducono l'idea di utilizzare l’interprete del Mago in più ruoli e cambiano il colore delle scarpe magiche da argento a rosso rubino. Langley è talmente frustrato da chiedere che il suo nome venga rimosso dalla sceneggiatura. Mesi dopo, quando finalmente il film è completato, i titoli di coda attribuiscono il merito a tutti e tre: Noel Langley, Florence Ryerson ed Edgar Allan Woolf.
CAST
La protagonista della storia, Dorothy ha 12 anni e in quel momento la bambina per antonomasia a Hollywood è Shirley Temple. Riccioli d’oro ha 10 anni e nel 1938 ha dominato la scena avendo già all’attivo 17 film in appena 4 anni: sa cantare e sa ballare ma c’è un dettaglio che nell’epoca dello Studio System non è trascurabile. È legata con un contratto blindatissimo alla 20th Century Fox mentre a produrre il Mago di Oz è la M.G.M.. In quel periodo era abitudine dei tycoon degli studios scambiarsi per brevi periodi, o anche per un film soltanto, attori della propria scuderia come fossero delle figurine, peraltro con accordi particolarmente vantaggiosi per le loro tasche (non certo delle Star oggetto dello scambio). Così Louis B. Mayer decide di prestare a Darryl Zanuck due delle sue più grandi Stelle, Clark Gable e Jean Harlow in cambio di Shirley Temple per il Mago di Oz. L’affare sembra ormai concluso, Shirley non solo viene convocata per un provino canoro ma di ritorno dalla sua mancanza alle Bermuda, incalzata dai giornalisti, si dice felice di essere ritornata perché “Nessun posto è come casa mia”, celebre battuta del libro di Baum. Ma il destino si mette in mezzo, e l’improvvisa morte di Jean Harlow a soli 26 anni interrompe bruscamente la trattativa. Zanuck ferito nell’orgoglio acquista i diritti del racconto per bambini L'uccellino azzurro di Maurice Maeterlinck per farne un film con protagonista la Temple sperando di battere la MGM nella sfida al botteghino (spoiler, non ci riuscirà e questa scelta avrà una terribile conseguenza sulla carriera di Shirley).
Da alcuni anni nella scuderia della MGM c’è una ragazza di sedici anni che si sta distinguendo in diverse commedie per ragazzi non solo per le sue doti recitative ma per la potenza della sua voce: Judy Garland. Al provino per Dorothy, Judy dimostra di avere tutte le carte per vincere il ruolo, anche dovrà perdere un po’ di peso e per ottenere questo risultato la produzione non si limiterà a metterla a dieta ferrea ma arriverà a farle assumere anfetamine, il cui effetto verrà controbilanciato da potenti sedativi, creando nella Garland una dipendenza che si porterà avanti per tutta la vita.
Il primo dei coprotagonisti che Dorothy incontra nel suo cammino, e quello a cui finisce per affezionarsi di più, è lo spaventapasseri. Per questo ruolo la produzione ha pensato all’attore Buddy Ebsen, mentre per quello dell’uomo di latta l’attore Ray Bolger. Ex venditore di aspirapolveri Bolger si è distinto sui palcoscenici di Broadway tra gli anni ’20 e ’30 per il suo talento non solo come attore ma soprattutto come ballerino, ed è stato messo sotto contratto dalla MGM. Bolger sente di non essere l’attore giusto per interpretare l’uomo di latta e insiste per interpretare lo spaventapasseri, il cui costume fatto di paglia essendo molto flessibile gli avrebbe dato una maggior libertà di movimento, consentendogli di esprimere al massimo le sue doti come ballerino acrobatico. Dopo aver perorato la propria causa davanti a Louis B. Mayer, Bogler riesce ad ottenere lo scambio dei ruoli, che si rivelerà tanto vantaggioso per lui, quanto drammatico per Ebsen.
Per la parte del leone codardo il produttore Mervyn Leroy vorrebbe utilizzare Leo, il leone che appare nel logo della MGM, doppiato nelle parti parlate e cantate, ma addestrarlo sarebbe stato molto difficile e gli attori sarebbero comunque stati molto impauriti dalla sua presenza. Viene allora scelto Bert Lahr, il “clown di Broadway” che sta spiccando a teatro grazie alla sua comicità slapstick esplosiva e le sue espressioni facciali esagerate che si sposano perfettamente con il personaggio del Leone Codardo.
Il produttore Mervyn Leroy ha un’idea ben precisa sulla perfida strega dell’Ovest: ispirato dall’affascinante Strega Grimilde di Biancaneve e i Sette Nani vorrebbe per questo film una strega seducente ed è così che avanza la candidatura di Gale Sondergaard, che l'anno precedente ha vinto l'Oscar come Migliore attrice non protagonista per Avorio Nero. Dopo aver visto i primi screen test Arthur Freed non è però dello stesso avviso, ritiene che le streghe cattive debbano essere di brutto aspetto anche per mantenere la fedeltà all'originale libro di L. Frank Baum. Quando viene proposto il compromesso imbruttendo la Sondergaard con il trucco, l'attrice, forse vedendo un contrasto inconciliabile con la sua immagine di schermo, si ritira dal progetto. È a questo punto che entra in scena Margaret Hamilton, una caratterista di 36 anni che fino a quel momento ha preso parte ad alcune commedie. Quando il suo agente la contatta con la notizia che è stata presa in considerazione per "Il Mago di Oz", Hamilton, fan del libro, è euforica. Alla domanda su quale ruolo le sia stato assegnato, la risposta è inevitabile: "La Strega, che altro?" Hamilton accetta con entusiasmo, forse non immaginando che questo ruolo sarebbe diventato l'icona per tutte le streghe del cinema a venire.
Gale Sondergaard |
Margaret Hamilton |
Per la parte di Glinda, la Strega Buona del Nord, viene scelta la 54enne Billie Burke, nota per la sua bellezza eterea e la sua voce distintiva, con una lunga carriera a teatro e nel cinema muto prima di fare il salto al cinema sonoro. Nei film Pranzo alle otto, Febbre di vivere e la trilogia del film fantastico Topper, ha interpretato il personaggio della donna dell'alta società combinando eleganza e frivolezza, e questa sua presenza incantevole unita alla capacità di portare un senso di magia e di meraviglia al personaggio le ha conferito naturalmente l'aria di una fata madrina, che si adatta perfettamente all'immagine che i produttori avevano in mente per Glinda.
Per interpretare il mago sono stati considerati diversi attori. La prima scelta è l'attore comico e caratterista Ed Wynn ma rifiuta l'offerta, considerando il ruolo troppo piccolo per il suo talento. Un altro attore considerato è Wallace Beery, noto per i suoi ruoli in film come Il campione e Grand Hotel, ma lo studio decide di non impegnarlo per un periodo così prolungato. Poi è il turno di W.C. Fields, reduce dal grande successo di David Copperfield, diventato famoso per i suoi ruoli di personaggi misogini e burberi (il che avrebbe dato una sfumatura diversa al personaggio) ma non riescono a raggiungere un accordo sul compenso, così la scelta ricadde su un altro attore della scuderia della MGM: Frank Morgan. Veterano del teatro, noto per i suoi ruoli in commedie brillanti e musical, Morgan ha interpretato personaggi distinti, amabili e con ideali, oltre a quelli eccentrici e spesso comici, come il Duca Alessandro De' Medici in Gli amori di Benvenuto Cellini, e il nonno di Shirley Temple in La reginetta dei monelli. La sua versatilità si adatta perfettamente alla richiesta del film, che lo vede interpretare ben cinque ruoli differenti: il Professor Meraviglia, il portiere, l'autista, la guardia e, naturalmente, il "grande e potente" Mago di Oz. Morgan riuscì a dare a ciascuno dei suoi personaggi un'aura simpatica, tenera e stravagante. La popolarità ottenuta grazie a questo ruolo sarà tale che la MGM gli offrirà un contratto a vita, consolidando così la sua posizione come uno degli attori più versatili e amati della sua generazione.
EFFETTI SPECIALI
Gli effetti speciali impiegati in questo film rappresentano una pietra miliare nella storia del cinema, grazie al talento e all'innovazione portati sul set da A. Arnold "Buddy" Gillespie, la cui creatività e le tecniche pionieristiche utilizzate hanno reso possibile l'incanto e il realismo di un mondo fantastico.
Il primo effetto strabiliante è dato dalla casa che viene trascinata in aria dal tornado. Per è stata utilizzata una casa in miniatura filmata in slow motion durante la caduta. In post-produzione, il filmato è stato poi rimontato al contrario, creando l'illusione che la casa voli verso la telecamera. Il tocco di maestria sta nel pavimento del set, accuratamente dipinto per simulare il cielo, aggiungendo un ulteriore livello di realismo alla scena.
Per il tornado, Gillespie ha costruito un imbuto di stoffa alto dieci metri, mosso da un meccanismo collegato a un porta lampada situato al di sopra dell'inquadratura. Il dispositivo seguiva un percorso ad 'S' attraverso il set, creando un'immagine impressionante e realistica del vortice devastante.
Un altro degli effetti più indimenticabili del film è senza dubbio la scena in cui la strega dell'Ovest si scioglie. Per ottenere questo effetto spettacolare, una botola è stata posizionata sotto i piedi della strega. Dorothy, getta l'acqua sulla strega, Hamilton inizia a scendere lentamente nella botola. Da questa fuoriesce un fumo biancastro, mentre l'abito della strega rimane sul pavimento, completando l'illusione che la malvagia strega si sia letteralmente sciolta.
Foto dal set |
MUSICHE
La responsabilità della colonna sonora de Il Mago di Oz è affidata al talentuoso duo di Harold Arlen e Yip Harburg, rispettivamente compositore e paroliere. Questi due artisti hanno già una storia consolidata di collaborazioni di successo nel mondo del teatro musicale a Broadway. Ognuna delle canzoni che compongono la colonna sonora si è guadagnata lo status di icona grazie al perfetto equilibrio tra la musicalità di Arlen e la profondità lirica di Harburg.
Una delle caratteristiche più affascinanti della colonna sonora del
classico di Hollywood "Il mago di Oz" è la maniera in cui la canzone "If
I Only Had a Brain" viene adattata per riflettere i desideri interiori
dei personaggi principali. Non solo lo Spaventapasseri anela a un
cervello, ma l'uomo di latta desidera un cuore, e il Leone Codardo cerca
coraggio. Le tre canzoni sono variazioni sullo stesso tema musicale.
La canzone "If I Only Had a Brain", resa immortale dal personaggio dello Spaventapasseri interpretato da Ray Bolger, ha una storia curiosa dietro di sé. Originariamente, il brano era stato scritto da Harold Arlen e Yip Harburg con il titolo "I'm Hanging On To You" per il musical di Broadway del 1937 "Hooray for What!". Non essendo stata inclusa in quel musical, la melodia ricevette nuovi testi quando Arlen e Harburg furono ingaggiati per "Il mago di Oz". Inizialmente, la canzone aveva una coreografia sfarzosa a cura di Busby Berkeley che prevedeva un gran numero di acrobazie, ma fu tagliata per ragioni di lunghezza.
L'uomo di latta canta la sua versione della canzone, "If i only have a heart", dopo aver pronunciato la battuta "Nessun cuore. Tutto vuoto". Ad un certo punto interviene una voce femminile, quella di Adriana Caselotti, nota per aver prestato la voce alla protagonista in "Biancaneve e i sette nani" della Disney, cantando "Wherefore art thou Romeo?".
La canzone cantata dal Leone Codardo "If i only have the nerve" è focalizzata sull'ansia di acquisire coraggio, ed è la più breve tra le tre varianti del tema originale. Questa brevità è stata una scelta artistica, progettata per mantenere un certo equilibrio all'interno del film. Infatti, Bert Lahr, l'attore che interpretava il Leone, ha avuto l'opportunità di brillare in un altro numero musicale, "If I Were King of the Forest", che appare più avanti nel film. Nella sua canzone sul coraggio, Lahr sfrutta il suo accento regionale, tipico di Brooklyn, per enfatizzare l'effetto comico del personaggio. C'è una canzone che però ha elevato questo film a un autentico capolavoro ed è "Over the Rainbow", divenuta un classico della musica internazionale e reinterpretata da centinaia di artisti nel corso degli anni. Sorprendentemente, questa canzone era inizialmente in bilico, a rischio di essere eliminata dal film per la sua tonalità considerata troppo malinconica. Fu Yip Harburg a introdurre l'idea dell'arcobaleno come simbolo di speranza e colore nella vita altrimenti grigia e monotona di Dorothy nel Kansas. Secondo Harburg, in un Kansas arido e privo di fiori, gli unici colori capaci di rompere la monotonia del suo mondo sarebbero stati quelli brillanti di un arcobaleno.Le riprese del film Il Mago di Oz sono durate sei mesi, da ottobre 1938 a marzo 1939, con un budget elevato di 2,7 milioni di dollari. Nonostante il film abbia incassato 3 milioni di dollari al botteghino statunitense, la cifra era troppo vicina al budget originale per considerarlo un vero successo in termini di profitto.
La Premiere del film si è tenuta il 15 agosto 1939 al Grauman's Chinese Theatre di Hollywood, Los Angeles.
Il 29 febbraio 1940, durante la 12ª edizione degli Oscar tenutasi al Coconut Grove del Ambassador Hotel di Los Angeles e condotta da Bob Hope, il grande vincitore della serata è stato "Via col vento", che ha dominato in molte categorie. Tuttavia, "Il Mago di Oz" non è tornato a mani vuote. Il film ha conquistato due premi: "Migliore colonna sonora originale" per Herbert Stothart e "Miglior canzone originale" per la celebre "Over the Rainbow," scritta da Harold Arlen e E.Y. Harburg. Nominato anche per "Miglior film", "Migliore scenografia" e "Migliori effetti speciali", ma non è riuscito a vincere in queste categorie. Inoltre, Judy Garland ha ricevuto un premio speciale, l'Oscar giovanile, per la sua eccezionale interpretazione come giovane star, dalle mani di Mickey Rooney.
Dopo questo film la carriera di Judy decolla, mentre gli altri
personaggi, pur continuando a lavorare nel cinema, resteranno sempre un po’
intrappolati nelle loro iconiche interpretazioni in questo film. Vi lascio con
un’ultima chicca: Liza Minnelli, figlia di Judy Garland (Dorothy), negli anni Settanta sposerà il figlio di Jack Haley (l'uomo di latta), anche se il loro matrimonio non durerà più
di 5 anni.
QUOTES:
- mercoledì, settembre 13, 2023
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