- venerdì, aprile 15, 2016
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Ho deciso di dedicare una full-immersion ai tre adattamenti cinematografici dei romanzi di Agatha Christie, non solo perchè ho adorato queste tre storie che considero le più avvincenti dell'autrice (di cui sono una grande estimatrice grazie a mia zia Maria che quando ero piccola me li prestava sempre), ma anche e soprattutto per i mega cast di questi tre film.
1) Assassinio sull'Orient Express
E' senza dubbio il mio preferito. Il titolo originale è Murder on the Orient Express ed è un film del 1974 diretto dal regista Sidney Lumet con un cast davvero stellare: Albert Finney, Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Jacqueline Bisset, Sean Connery, John Gielgud, Vanessa Redgrave, Anthony Perkins e Jean-Pierre Cassel.
1) Assassinio sull'Orient Express
E' senza dubbio il mio preferito. Il titolo originale è Murder on the Orient Express ed è un film del 1974 diretto dal regista Sidney Lumet con un cast davvero stellare: Albert Finney, Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Jacqueline Bisset, Sean Connery, John Gielgud, Vanessa Redgrave, Anthony Perkins e Jean-Pierre Cassel.
Si tratta del riadattamento del celebre romanzo omonimo del 1934 della famosa scrittrice di gialli Agatha Christie, la quale si era ispirata a due fatti realmente accaduti in quel periodo, la tragica vicenda del rapimento e conseguente assassinio del figlioletto dell'aviatore Charles Lindbergh avvenuta nel 1932, e l'incidente del famoso treno Orient Express che nel 1929 rimase bloccato per diversi giorni a causa nella neve. L'autrice nel Novembre del '74 partecipa alla Prima del film ed è l'unica occasione in cui rimane soddisfatta del riadattamento filmico di uno suo libro (soprattutto ha trovato Albert Finney un perfetto Poirot).
- lunedì, febbraio 22, 2016
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Il mio prof. di Storia del Cinema all'università mi aveva detto che esistevano almeno una ventina di film classici legati al Natale, tutti del periodo '30-'60. In questi anni ho cercato di trovarne qualcuno da sola, e nei giorni scorsi che ho avuto un po' di influenza ne ho approfittato per vederne alcuni. Mano a mano che ne recupererò e vedrò qualcuno poi editerò questo post in modo che rimangano tutti nello stesso posto.
Per non ripetermi non ho incluso i miei classici preferiti di Natale di cui ho già parlato qui
1. Incantesimo
Anno: 1938
Titolo originale: Holiday
Regista: George Cukor
Trama: un uomo di umili origini che, una volta affermatosi, si trova ad essere
combattuto tra il proprio stile di vita libertario e le rigide
tradizioni della ricca famiglia della fidanzata.
2. Ricorda quella notte
Anno: 1940
Titolo originale: Remember the night
Regista: Mitchell Leisen
Cast: Barbara Stanwyck, Fred MacMurray e Beulah Bondi
Trama: Una ladra in attesa di giudizio viene invitata dal giovane magistrato della
pubblica accusa a passare le vacanze di Natale in famiglia.
3. Ho sognato un angelo
Anno: 1941
Titolo originale: Penny Serenade
Regista: Georgre Stevens
Cast: Cary Grant, Irene Dunne
Trama: Julie e Roger ne hanno passate tante insieme, ma oramai il loro
matrimonio è alla fine. Prima di abbandonare la casa, Julie decide di
riascoltare i loro vecchi dischi e le note la riportano indietro con la
memoria. Rivive così tutte le tappe fondamentali della sua storia
d'amore con Roger e alla fine si rende conto che forse una speranza d
tornare insieme ancora c'è.
4. Il signore resta a pranzo
Anno: 1942
Titolo originale: The Man Who Came to Dinner
Regista: William Keighley
Cast: Bette Davis, Monty Woolley, Ann Sheridan, Jimmy Durante, Richard Travis
Trama: Il celebre oratore Sheridan Whiteside è in giro per la provincia
americana per una serie di conferenze. Un giorno accetta l'invito di una
famiglia dell'Ohio, suoi grandi ammiratori, e insieme alla sua
segretaria Maggie Cutler raggiunge la casa dei signori Stanley.
Purtroppo, mentre sta per raggiungere la soglia, scivola sul ghiaccio e
si sloga un piede. L'infortunio lo costringe a fermarsi in casa dei suoi
ospiti, che, grazie ai suoi comportamenti stravaganti e poco gentili,
in breve tempo perdono la stima che provavano nei suoi confronti.
Marycommento: Primo film che vedo con Bette Davis, veramente un'attrice non solo capace di interpretare parti drammatiche (che conosco in quanto famose, come Eva contro Eva o Che fine ha fatto Baby Jane). In questa deliziosa commedia è veramente brava e comica. Per non parlare poi di Monty Wooley che si è divertito un sacco a fare la parte del burbero ricco viziato.
- venerdì, dicembre 18, 2015
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Espulso da scuola a 13 anni, grazie ad un permesso falsificato del padre, si unisce alla compagnia di saltimbanchi Pender, nella quale si esibisce come acrobata sui trampoli e trova una sorta di "famiglia adottiva", e nel 1920 parte per un tour di due anni negli Stati Uniti, al termine del quale decide di rimanere in America a lavorare nel mondo dello spettacolo. Inizia esibendosi a teatro nel genere Vaudeville e nella commedia brillante. E' questo periodo trascorso sul palcoscenico a fare il giocoliere, il mimo e l'acrobata che gli conferirà la prestanza, la grazia e gli splendidi tempi comici che gli saranno molto utili per i suoi ruoli nei film.
Dopo essere apparso in qualche spettacolo di Broadway, nel 31 approda a Hollywood e viene scritturato dalla Paramount Pictures per 350 dollari alla settimana che gli impone però di cambiare il suo nome in Cary Grant, più breve e accattivante. Lo Studio lo relega a ruoli di seduttore in film con Marlene Dietrich (Venere Bionda '32) e Mae West (Lady Lou '33), così dal '37 riesce a farsi mettere sotto contratto dalla Columbia Pictures.
Con Marlene Dietrich e Mae West |
Cary Grant era alto 1 metro e 87 centimentri, aveva un fisico atletico, uno sguardo magnetico, un sorriso perfetto e una fossetta marcata sul mento (suo tratto distintivo). Il regista Josef von Sternberg, che lo ha diretto in Venere bionda del '32, gli disse che aveva la riga dei capelli dalla parte sbagliata, così Grant si fece la riga dall'altra parte e la portò così per il resto della sua carriera.
L'occasione per esprimere il suo talento si presenta nel 1935 quando
viene prestato alla RKO perchè George Cukor lo vuole nel come
protagonista insieme a Katherine Hepburn nel film Il diavolo è femmina
(in originale Sylvia Scarlett). Ed è subito un successo: diventa il nuovo volto di Hollywood, il
protagonista perfetto delle commedie romantiche del genere Screwball, l'uomo che unisce l'eleganza sofisticata all'ironia.
Grant è il primo attore riuscito ad uscire dallo Studio System, non rinnovando il contratto con la Major, diventanto così indipendente, potendo controllare finalmente ogni aspetto della sua carriera.
Grant è il primo attore riuscito ad uscire dallo Studio System, non rinnovando il contratto con la Major, diventanto così indipendente, potendo controllare finalmente ogni aspetto della sua carriera.
Il sodalizio con Katherine Hepburn si ripropone in altre 3 bellissimi film, Susanna del 38, Incantesimo del 38 e Scandalo a Filadelfia del 1940 (una commedia del remarriage che ha per oggetto lo spassosissimo triangolo amoroso con James Stewart).
Tra Cary Grant e il maestro del brivido Alfred Hitchcock nasce una bellissima collaborazione: il regista coglie in lui un lato oscuro e misterioso, che decide di sfruttare in ben 4 film: Il Sospetto del '41 con Joan Fontaine; Notorious l'amante perduta del '46 con Ingrid; Caccia al ladro del 1955 con Grace Kelly; Intrigo internazionale del '59.
Altri film in cui l'ho adorato e che consiglio: Arsenico e vecchi merletti di Frank Capra del'44 (di cui ho parlato qui ), La moglie del vescovo del '47 con David Niven e Loretta Young (in cui interpreta un angelo che deve salvare una famiglia a Natale, di cui intendo parlare in un post a breve, su tutti i classici di Natale), La casa dei nostri sogni del 1948, Ogni ragazza vuol marito del 1948 (di cui ho parlato qui), Il Magnifico scherzo del '52 con Marilyn Monroe diretto da Howard Hawks, Un amore splendido del '57 con Deborah Kerr (e anche di questo farò un post).
Mentre i film che non ho visto e intendo vedere prossimamente sono: La signora del venerdì del 40 di Hawks, L'erba del vicino è sempre più verde del 60 sempre con la Kerr, Il visone sulla pelle del 62 con Doris Day, Sciarada del 63 con Audrey Hepburn.
Gli vennero attribuiti flirt con le sue partner durante le riprese dei film, nessuno però confermato.
Invece ebbe una vita amorosa movimentata, si sposò ben 5 volte, con donne sempre più giovani, l'ultima fu la 33enne Barbara Harris che sposò a 77 anni nel 1981. Dalla sua quarta moglie Dyan Canon ebbe la sua unica figlia Jennifer che seguirà le orme del padre diventato attrice.
Cary Grant con: Katherine Hepburn, Joan Fontaine, Ingrid Bergman, Grace Kelly, Deborah Kerr e Audrey Hepburn |
Invece ebbe una vita amorosa movimentata, si sposò ben 5 volte, con donne sempre più giovani, l'ultima fu la 33enne Barbara Harris che sposò a 77 anni nel 1981. Dalla sua quarta moglie Dyan Canon ebbe la sua unica figlia Jennifer che seguirà le orme del padre diventato attrice.
Nel 1966, a 62 anni, gira il suo ultimo film "Cammina, non correre" e
si ritira dal cinema con 74 film alle spalle, una scelta soprattutto
dovuta alla nascita di sua figlia, alla quale vuol far
trascorrere un'infanzia il più possibile serena, a differenza della sua.
Grant da sempre molto ordinato e meticoloso, si fece
addirittura
costruire un rifugio sotterraneo antincendio per conservare i ricordi
preziosi della sua famiglia (un gesto forse mosso dall'infanzia traumatica che ha vissuto). Il tempo libero lo dedicò ai suoi interessi e le sue passioni, come il baseball,
suonare il jazz al pianoforte (tra le sue melodie preferite la
"Rapsodia in blu"
di George Gershwin), la magia, i quadri (era un raffinato
collezionista), i libri,
e qualsiasi piatto col caviale.
Nominato due volte come Miglior Attore Protagonista, nel '42 con Ho sognato un angelo e nel '45 con Il ribelle, non era riuscito a vincere la statuetta, ma nel 1970 gli viene assegnato un Oscar alla Carriera, consegnato dall'amico Frank Sinatra.
Ma questa non è stata l'unica volta di Cary Grant agli Oscar in quanto già nel 1957 aveva gentilmente ritirato il premio vinto dalla sua amica Ingrid Bergman come Miglior Attrice Protagonista per il film Anastasia (di cui ho parlato qui) la quale aveva preferito non partecipare nel timore di essere attaccata dai media (che non le avevano riservato un bel trattamento dopo la sua storia adultera con Rossellini).
Nel corso di un un'intervista del 1978 al London Times dice "Probabilmente mi restano meno di 70.000 ore su questa terra e ho intenzione di godermi ciascuna di esse".
Cary Grant non si negò mai al pubblico, non schivava interviste e fotografie, ricordava e parlava con piacere di ogni suo personaggio, sempre con una buona
dose di humour che gli permetteva anche di rispondere ai pettegolezzi e cattiverie sul suo conto (sulla sua presunta bisessualità ad esempio).
Dopo il cinema decide di buttarsi negli affari e nel '68 la società di cosmetici Fabergé gli offre l'incarico di direttore creativo che lui accetta.
Decide
però di dedicarsi al teatro, portando in giro per l'America un
one man show dal titolo "Una conversazione con Cary Grant" nel quale
interagiva col il pubblico che poteva porgli delle domande.
Il 29 novembre 1986 ha malore prima di andare in scena col suo spettacolo, e muore dopo poco in ospedale a causa di un'emorragia interna.
IL SUO STILE: L'attore Steve Lawrence diceva «Quando Cary entrava in una stanza, non solo le donne si mettevano in
posa, ma gli uomini si aggiustavano la cravatta» e penso che questa frase abbia reso in pieno com'era Cary Grant. Non era un semplice uomo ben vestito, ma la quinta essenza dell'eleganza: nei film come nel privato vestiva sempre impeccabilmente e non solo indossando frac e completi che gli sembravano cuciti sottopelle, ma portava con eleganza anche vestaglie da camera e abbigliamento sportivo.
Cary Grant aveva un fisico perfetto e comprava spesso abiti preconfezionati, era un cliente affezionato di Abercrombie & Fitch e Aquascutum, quest'ultimo di proprietà del suo amico Sir Charles Abrahams. Ogni tanto però si faceva realizzare qualche abito su misura, per esempio da Schiaparelli a Roma, uno dei più grandi sarti degli anni '50, o da Dunhill a Londra, che poi faceva replicare dal suo copista di fiducia a Hong Kong. In un'intervista disse la preziosa lezione che il padre gli aveva insegnato a proposito: "Lascia che sia tu quello che la gente vede, e non l'abito. Dovrebbe essere secondario"
In vestaglia: a sinistra per una scena del film Susanna, a destra mentre studia la parte |
Cary Grant praticava moltissimi sport |
Indossava spesso cappotti con il bavero largo, di cammello e trench.
Portava spesso maglioni sportivi, che arricchiva con il dettaglio dell'Ascot (o cravatta plastron).
I dolcevita indossati in Caccia al ladro piacquero talmente tanto a Nancy Reagan, amica di Grant e moglie del presidente Ronald Reagan che appena disse a Cary quanto li amasse lui gliene mandò un paio dei suoi per suo marito.
CHICCHE: Gli furono offerti alcuni dei ruoli cinematografici più importanti di quel periodo, che però lui riufiutò ad esempio gli era stata offerta la parte che andata a James Stewart in La vita è meravigliosa, quella di Bogart in Sabrina, di Gary Cooper in Arianna, di Rex Harrison in My Fair Lady.
Ian Fleming disse di essersi ispirato a lui per creare il personaggio dei suoi romanzi, l'agente segreto gentiluomo James Bond.
Ian Fleming disse di essersi ispirato a lui per creare il personaggio dei suoi romanzi, l'agente segreto gentiluomo James Bond.
Il doppiatore italiano di quasi tutti i suoi film è stato Gualtiero de Angelis, che ha dato la voce anche a James Stewart, Erroly Flynn e Dean Martin.
CLIP:
I migliori ruoli di Cary Grant
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- giovedì, novembre 12, 2015
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il film lo potete trovare qui
Questo film, che è l'adattamento della pièce teatrale di Maurette, è tratto dalla storia vera, anche se qui è più romanzata, di Anna Anderson (nel film è Koreff), la donna che per tutta la vita ha affermato di essere la Granduchessa Anastasia Romanov, scampata all'esecuzione della sua famiglia durante la rivoluzione russa del 1917. Questa favola moderna, di cui la 20th Century Fox si era aggiudicata i diritti cinematografici per la cifra di 500.000 dollari, esce nel 1956, diretta dal regista ucraino Anatole Litvak, con protagonisti Yul Brynner e Ingrid Bergman, e quest'ultima grazie a questa pellicola vince l'Oscar come miglior attrice protagonista nell'anno successivo. La Bergman così riesce a tornare nelle grazie del pubblico americano che l'aveva fortemente emarginata in seguito alla sua relazione adultera con Roberto Rossellini, dalla quale erano nati Roberto Jr e le gemelle Isabella e Isotta Ingrid, poichè Ingrid era già sposata dal 1937 con Peter Lindstrom e aveva una figlia. E' infatti nel 1946 dopo aver visto Roma città aperta, capolavoro neorealismo, che la Bergman si decide a scrivere al regista « Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene,
che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in
francese, e in italiano sa dire solo "ti amo", sono pronta a venire in
Italia per lavorare con lei... » il quale pensa a lei per il ruolo della protagonista di Stromboli, ruolo che in realtà doveva essere per la sua compagna, l'attrice Anna Magnani, la quale per ripicca accetterà la parte in un film molto simile, Vulcano di William Dieterle, scatenando la "Guerra dei vulcani" (che tra parentesi è il titolo di un bellissimo documentario che ho visto nel 2011 che racconta appunto il triangolo amoroso tra Anna Magnani, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman) di cui ho parlato qui.
Il pubblico americano, appresa la notizia della sua gravidanza la condanna duramente, istigata da una campagna diffamatoria da parte dei media che la soprannomina Hollywood's apostle of degradation l'apostolo della degradazione di Hollywood. Addirittura il governo annuncia che se proverà a tornare negli Stati Uniti le verrà requisito il passaporto e sarà arrestata. La Bergman ottiene il divorzio dal marito e si stabilisce in Italia. Il film Anastasia segna il suo grande ritorno a Hollywood, anche se alla cerimonia degli Oscar ha preferito mandare a ritirare il premio al suo posto l'amico Cary Grant.
Il pubblico americano, appresa la notizia della sua gravidanza la condanna duramente, istigata da una campagna diffamatoria da parte dei media che la soprannomina Hollywood's apostle of degradation l'apostolo della degradazione di Hollywood. Addirittura il governo annuncia che se proverà a tornare negli Stati Uniti le verrà requisito il passaporto e sarà arrestata. La Bergman ottiene il divorzio dal marito e si stabilisce in Italia. Il film Anastasia segna il suo grande ritorno a Hollywood, anche se alla cerimonia degli Oscar ha preferito mandare a ritirare il premio al suo posto l'amico Cary Grant.
Ma veniamo al film. La colonna sonora realizzata da Alfred Newman è a mio parere meravigliosa, soprattutto la suite per i titoli di testa.
I costumi sono realizzati dal designer René Hubert, qui in foto con la Bergman
Per il ruolo di Anastasia si era pensato in un primo momento a Jennifer Jones, ma il fondatore della Fox, Darryl Zanuck sapeva che c'era una sola attrice con una tale regalità , Ingrid Bergman. Convinto dell'ingiustizia del trattamento riservatole dalla stampa e dal pubblico in America, le propone il ruolo di Anastasia, la parte di una principessa che ritorna per reclamare la sua corona. In quel periodo Ingrid attraversava una crisi nel suo matrimonio con Rossellini, che la controllava maniacalmente, e che durante un viaggio in India si era innamorato di un'altra donna (i due divorzieranno nel '57). Nel giugno del '56 arriva a Londra per iniziare le riprese e incomincia a studiare il più possibile sulla vita di Anastasia, anche se non le servirà molto a causa del taglio molto romanzato del film.
Il protagonista maschile il Generale Sergei Pavlovic Bounine, è interpretato da Yul Brynner, un attore nato in Russia ma noto in America soprattutto per il suo grande contributo a Broadway, dove ha partecipato a musical come Il Re ed Io (ruolo che manterrà anche nel film realizzato nel 1951 con Deborah Kerr), e che rimarrà nella storia per il ruolo nell'kolossal I Dieci Comandamenti dove è Ramesse l'antagonista di Mosè interpretato da Charlton Heston, a cui ha preso parte lo stesso anno di Anastasia.
Nel cast troviamo anche Helen Hayes la prima donna del teatro americano dagli anni '20 ai '50, che interpreta l'Imperatrice Madre Maria Feodorovna, la nonna di Anastasia dal cuore indurito per la scomparsa dei suoi cari e il conseguente numero spropositato di impostori che si spacciavano per suoi parenti per ottenere del denaro. In realtà la parte le fu data per uno sbaglio a causa di un'omonimia, in quanto i produttori in origine volevano Helen Haye, un'attrice britannica che aveva interpretato proprio l'Imperatrice nonna di Anastasia in uno sceneggiato della tv inglese.
Degna di menzione anche Martita Hunt, che interpreta la Baronessa Elena von Livenbaum
la sua spassosissima dama di compagnia.
Il film costò 3 milioni e mezzo di dollari, soprattutto perchè fu girato nelle prestigiose location di Parigi, Londra e Copenaghen e non negli studios di Los Angeles.
La trama in breve:
Il film si apre a Parigi nel 1928, durante la veglia della Pasqua Ortodossa, una ragazza sola e impaurita vaga per le strade della città . Viene avvicinata dall'ex generale russo Sergei Bounine che la riconosce come Anna Koreff, la donna che qualche anno prima in un manicomio aveva rivelato ad un'infermiera di essere la granduchessa Anastasia, l'unica figlia sopravvissuta dello zar Nicola II. La donna riesce ad allontanarsi e medita di gettarsi nella Senna ma viene salvata in tempo da Bounine. Questi raggiunge i suoi compari Petrovin e Chernov, insieme ai quali vuole convincere la sfortunata ragazza a fingersi davvero Anastasia e a presentarsi così alla nonna, in modo da mettere le mani sull'eredità dei Romanov, 10 milioni di sterline custodite in una banca inglese.
Il guardaroba di Anna |
La Baronessa Von Livenbaum |
CHICCA: All'inizio del film quando Anna cammina lungo la Senna per gettarsi nel fiume, ha come dietro di sè il meraviglioso Ponte Alexandre III, esempio di stile Art Nouveau, la cui prima pietra fu posata proprio dallo Zar Nicola II (padre di Anastasia) e che fu inaugurato in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi del 1900.
DOPPIAGGIO:
Per doppiare la Bergman viene scelta la punta di diamante del doppiaggio italiano di quegli anni, Lydia Simoneschi che ha prestato la voce a tutte le più grandi dive (Vivien Leigh, Rita Hayworth, Bette Davis, Barbara Stanwyck, Deborah Kerr), mentre per Yul Brynner viene scelto Stefano Sibaldi, doppiatore di Frank Sinatra, Glenn Ford e Robert Cummings. La Baronessa Livenbaum non poteva non essere doppiata dalla mitica Tina Lattanzi, che oltre ad aver doppiato dive come Greta Garbo, Joan Crawford, Marlene Dietrich e Greer Garson, è riuscita a caratterizzare personaggi esageratamente comici come appunto la Livenbaum ma anche le maestose cattive Disney Malefica, la Regina di Cuori, la Matrigna di Cenerentola e la Strega Grimilde nel primo doppiaggio di Biancaneve.
QUOTES:
Bounine: La state esaminando come fosse la vera Anastasia. Non esiste nessuna Anastasia. Fu fucilata 10 anni fa da un plotone di esecuzione. E noi non stiamo cercando lei. Cerchiamo solo un facsimile ragionevole.
Bounine: Va bene signori venite qua. Tiriamo le somme. Uno, c'è una certa somiglianza che possiamo aumentare. Due, è abbastanza pronta per imparare quello che le insegnamo, qualche lacuna nella memoria potrà attribuirsi alle ferite. Tre, è priva di una qualsiasi identità , perciò sarà tremendamente difficile per chiunque provare che è qualcun'altra. Quattro...
Petrovin: Abbiamo 8 giorni
Bounine: Precisamente. Tutte a favore della candidata.
Anna: E poi nascosta sotto un carro di fieno la fuga attraverso il paese
Bounine: E puntaste verso?
Anna: Non lo so...
Bounine: Bucarest. E là ?.
Anna: E là ... morì di crepacuore e fui gettata in mare al suono di un vecchio valtzer russo.
Bounine: Benissimo a parte la fine.
Imperatrice Madre: Recitate bene. I vostri occhi sono umidi, la vostra voce è rotta dalla commozione. Vi hanno accettata i sentimentali e gli avidi. Io non sono nè l'uno ne l'altro.
Imperatrice Madre: Recitate bene. I vostri occhi sono umidi, la vostra voce è rotta dalla commozione. Vi hanno accettata i sentimentali e gli avidi. Io non sono nè l'uno ne l'altro.
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Menu a base di champagne
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- mercoledì, novembre 04, 2015
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